Sono Circa venti i casi scoperti di torture, abuso d’autorità contro i detenuti del Pietro Cerulli di Trapani. Secondo le indagini, nel carcere non venivano perpetrate solo violenze fisiche ma risulterebbero anche false relazioni di servizio, artatamente utilizzate per calunniare i detenuti e coprire gli abusi. 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio. Sono i provvedimenti scattati nei confronti di 25 agenti penitenziari, accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità oltre a falso ideologico. L’ordinanza del Gip di Trapani, su richiesta della Procura, è stata eseguita dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con l’ausilio di alcuni reparti territoriali coordinati dal nucleo investigativo centrale. 46, in totale, gli indagati.
Il procuratore di Trapani Gabriele Paci, ha detto in conferenza che circa 55 agenti, è coinvolto nell’indagine” e che grazie alla collaborazione della direzione del carcere e la restante parte sana dell’amministrazione penitenziaria sono state installate le telecamere nascoste che hanno documentato tutti gli abusi e le violenze che avvenivano nel reparto”.
due anni di indagini partite nel 2021, dopo alcune denunce presentate dai detenuti del penitenziario trapanese che hanno detto di aver subito maltrattamenti in luoghi privi di telecamere, che una volta installate, però, avrebbero effettivamente registrato e documentato tali violenze
“Nel reparto blu, oggi è chiuso per carenze igienico sanitarie, venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici, e che subivano violenze e torture. A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”, ha sottolineato il procuratore Paci in conferenza stampa
Per lo più si trattava di carcerati con la semi infermità mentale. Sono state ricostruite 14 aggressioni ma secondo l’accusa gli episodi sarebbero di più.
TRAPANI - DETENUTI DENUDATI E SCHERNITI
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