Un raffinato sistema di frode fiscale su base nazionale aveva la sua regia a Catania: a scoprirlo la guardia di finanza Etnea che questa mattina ha eseguito, nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa, Enna, Palermo, Milano, Brescia, Roma e Pesaro, due ordinanze, per un totale di 33 indagati e misure cautelari personali e reali nei confronti di 16 persone: 5 in carcere, 7 arresti domiciliari e 4 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Abusando dei vantaggi normativi in tema di “distacco di personale”, gli indagati hanno creato 14 reti di impresa di cui facevano parte 37 società con funzione di distaccanti e 439 imprese distaccatarie, presenti in tutta Italia.
I lavoratori venivano licenziati dalle imprese distaccatarie per essere assunti fittiziamente in altre imprese distaccate.
Lavoratori che erano all’oscuro di tutto. Ecco perché – nel disegno criminale -le società dopo avere accumulato un debito tributario e contributivo significativo, venivano poste in liquidazione.
L’erogazione di lavoratori distaccati avrebbe creato così le condizioni per emettere fatture riferire a operazioni inesistenti così da usufruire di detrazioni di IVA.
Il mandante di tutto, un catanese, si sarebbe fatto aiutare da uno studio legale e da uno studio amministrativo.
Presentando dichiarazione dei redditi infedeli o fraudolente si riusciva a ottenere un guadagno per le società.
L’operazione ha portato a un sequestro di 29 milioni di euro. Nel sequestro beni di lusso come lingotti d’oro, monete, orologi preziosi.
I reati a vario titolo contestati sono: associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, infedele dichiarazione dei redditi, dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute previdenziali e di IVA, autoriciclaggio e riciclaggio di denaro di origine illecita.