CATANIA - MAFIA SU ASTE GIUDIZIARIE, 17 ARRESTI

di Sarah Donzuso
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Minacciato da alcuni soggetti affinché si ritirasse dalla vendita all’asta di un lotto di terreni, un imprenditore ha deciso di denunciare e così ha permesso ai carabinieri di Paternò di avviare una serrata indagine che ha portato all’operazione odierna, denominata Athena, con l’esecuzione di 17 misure cautelari: 15 in carcere, 1 ai domiciliari e per 1 – un avvocato siracusano – il divieto per 1 anno di esercitare la professione.
Tra gli arrestati anche un esponente politico che ha rivestito la carica di consigliere comunale e poi di assessore durante la prima sindacatura a Paternò di Nino Naso: pare abbia messo a disposizione dell’associazione il proprio bagaglio di conoscenze e le proprie entrature nella politica locale.
Bocche cucite sul coinvolgimento di altri esponenti politici anche se – come riporta l’Ansa – tra gli indagati c’è anche il sindaco di Paternò Nino Naso e un attuale assessore, Salvatore Comis: il reato ipotizzato è di scambio elettorale politico-mafioso.

Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti con l’aggravante del metodo mafioso e corruzione.
Il gruppo criminale svolgeva un controllo sistematico sulle aste giudiziarie: il modus operandi prevedeva un versamento di una somma al clan che si impegnava ad aiutare chi aveva interesse a un immobile e, un alcuni casi, per allontanare possibili clienti anche l’uso della violenza, garantendo ai “clienti” del clan l’acquisto o il rientro in possesso del bene. Si arrivava anche a pagare 25 mila euro al clan per avere garantita un’asta.
Il ricavato delle aste andate a buon fine veniva diviso in alcuni casi tra il gruppo “Morabito-Rapisarda”(riconducibile al clan catanese “Laudani”) e quello degli “Assinata”(articolazione della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola-Ercolano”), a comprova di un patto di “coabitazione”.
Coinvolto in una delle “aste pilotate” anche un avvocato siracusano che dietro la promessa di un compenso in denaro, si sarebbe prestato a favorire l’aggiudicazione dell’immobile all’asta in favore del figlio del soggetto che si era rivolto all’associazione mafiosa.

Tra le attività illecite dei “Morabito-Rapisarda”, anche il traffico e lo spaccio al dettaglio di stupefacenti, droga che arrivava da Catania e Adrano e che veniva venduta in un appartamento di Paternò. Al vertice del gruppo vi sarebbe stato proprio uno degli esponenti del clan “Morabito-Rapisarda” .

Nel corso delle investigazioni sono stati sequestrati complessivamente circa 71 kg di sostanza stupefacente tra marijuana e cocaina, arrestando 8 persone in flagranza di reato.

Operazione “Athena”. Oltre 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania stanno eseguendo nelle Provincie di Catania, Siracusa e Teramo, un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 17 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti con l’aggravante del metodo mafioso e corruzione.
L’indagine, denominata “Athena”, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Paternò, è partita dalla denuncia di un imprenditore locale, minacciato da alcuni mafiosi per farlo ritirare dalla vendita all’asta un lotto di terreni.
Emersi nell’attività investigativa, oltre alle dinamiche criminali e gli elementi di vertice del gruppo “Morabito-Rapisarda” (riconducibile al clan catanese “Laudani”), operativo sul territorio di Paternò, anche gli appetiti dell’organizzazione nel controllo sistematico delle aste giudiziarie di immobili, situati nelle province di Catania e Siracusa.
Emblematico il modus operandi, che avrebbe previsto l’intervento “fisico” di sodali durante le procedure di vendita, per allontanare anche con la violenza i partecipanti, garantendo ai “clienti” del clan l’acquisto o il rientro in possesso del bene.
Le aste andate a “buon fine” avrebbero garantito alla consorteria consistenti guadagni, condivisi anche con il gruppo “Assinata” (articolazione della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola-Ercolano”), a comprova di un patto di “coabitazione”.
Coinvolto in una delle “aste pilotate” anche un avvocato siracusano, che in qualità di delegato alla vendita, nel corso di una procedura esecutiva giudiziaria, avrebbe favorito l’aggiudicazione di un appartamento al figlio del soggetto che si era rivolto all’associazione mafiosa.
Tra le attività illecite dei “Morabito-Rapisarda”, anche il traffico e lo spaccio al dettaglio di stupefacenti. Nel corso delle investigazioni, quali riscontro, sono stati infatti sequestrati complessivamente circa 71 kg di sostanza stupefacente tra marijuana e cocaina, arrestando 8 persone in flagranza di reato.

Comando Provinciale Carabinieri di Catania
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