SCICLI - MORTE OTTAVIANO, IN CARCERE FIDANZATO DELLA EX

di Viviana Sammito
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E’ Giovanni Agosta, 44 anni, di Scicli, l’uomo ritenuto responsabile dell’omicidio del 40enne Giuseppe Ottaviano avvenuto il 12 maggio 2024 nella sua abitazione in via Manenti. Il movente è passionale: ad uccidere Ottaviano, secondo l’impianto accusatorio, è stato il fidanzato della ex. Due nomi, nell’agosto dello scorso anno, tre mesi dopo il delitto, erano stati iscritti nel registro degli indagati anche se non è chiara la posizione della donna. In carcere è stato ristretto Giovanni Agosta, accusato di omicidio aggravato dalla minorata difesa del 40enne, che era fisicamente debilitato dall’uso di farmaci: ansiolitici, sedativi, droga e alcol. In conferenza stampa stamattina il procuratore capo, Francesco Pulejo, ha ricostruito insieme con il comandante provinciale dei carabinieri di Ragusa, il colonnello carmine rosciano, le ultime ore di vita di peppe ottaviano. Dopo una relazione di 10 anni, la ragazza ad aprile dello scorso anno decide di lasciarlo, Ottaviano continua a chiamarla tentando di ricucire i rapporti e di rivederla ma lei stava già con un altro, appunto giovanni agosta verso il quale nutre sentimenti di odio e rabbia. Peppe Ottaviano tediato dalla fine della relazione, litiga con il fidanzato della ex in centro a Scicli, sabato 11 maggio, lo stesso giorno del delitto. Poi – secondo la ricostruzione della procura avvenuta attraverso le telecamere di videosorveglianza e le intercettazioni – Agosta, ripreso qualche giorno prima mentre si aggira nella zona dell’abitazione di Ottaviano, scardina la porta d’ingresso, già precaria, e raggiunge Ottaviano al piano di sopra dove avviene il pestaggio, una sorta di spedizione punitiva: l’autopsia ha confermato la frattura del cranio e delle costole e diverse ore di agonia. Il Cadavere del 44enne fu rinvenuto nella camera da letto della madre il pomeriggio del giorno dopo da un amico e alcuni familiari che forzarono il portone d’ingresso non ricevendo risposta al telefono. Le indagini hanno scandagliato a fondo la vita della vittima per individuare il movente. Come spiegato dal Colonnello Rosciano, i militari hanno escluso fin da subito le piste inizialmente ipotizzate, come il debito per stupefacenti – sebbene Ottaviano facesse uso di droga e avesse contatti frequenti con pusher, come emerso dai tabulati – e la rapina. In casa, infatti, è stata riscontrata la presenza oggetti di valore, i telefoni cellulari e il portafogli erano tutti al loro posto, e l’ambiente domestico risultava in ordine,persino la cassaforte non era stata aperta, nonostante le chiavi erano nascoste in un cassetto di facile accesso. Un esito che tutta la comunità sciclitana e iblea in generale attendeva dai carabinieri: il colonnello Rosciano ha parlato di 8 omicidi in tre anni le cui indagini hanno dato un volto ai responsabili. Il delitto Ottaviano ha destato smarrimento anche per il contesto e per la classe sociale della vittima la cui famiglia è molto nota e rispettata in città,

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