Saranno celebrati domani, alle 12.30, nella chiesa Madre di Capaci i funerali di Simona Cinà, la giovane pallavolista ventenne trovata morta nella piscina di una villa a Bagheria, dove si trovava per partecipare a una festa di laurea con amici. La salma è stata restituita alla famiglia dopo l’autopsia eseguita questa mattina al Policlinico di Palermo e dalla quale è emerso che la ragazza sarebbe morta per annegamento. L’esame non ha fatto rilevare problemi cardiaci silenti o un infarto. Nei suoi polmoni, invece, è stata ritrovata dell’acqua. I familiari della ragazza hanno atteso l’esito degli accertamenti in un cortile dell’istituto di medicina legale. L’avvocato Gabriele Giambrone e il consulente di parte Fabrizio Ammoscato sono stati insieme a loro più di mezz’ora, dopo la fine dell’esame, per spiegare quello che era emerso. Si fa strada, ovviamente, l’ipotesi del malore ma “si deve adesso accertare – come ha detto anche il legale – se questo sia stato provocato da una causa naturale, oppure se sia stato indotto da sostanze che la giovane ha ingerito o che qualcuno le ha fatto ingerire come droghe o alcool. Per questo dobbiamo attendere l’esame tossicologico, dai 30 ai 45 giorni”. L’avvocato poi aggiunge che sarà presentata un’istanza alla Procura “per aumentare lo spettro degli esami anche a tutte le droghe sintetiche. Dall’autopsia è emerso che non c’erano patologie al cuore, anche se la procura chiederà tutta la storia agonistica di Simona. Di certo, la ragazza era viva quando è finita in piscina. Oltre al malore, c’è anche una terza possibilità: che Simona sia scivolata vicino la piscina, abbia sbattuto la testa e abbia perso i sensi. Dall’autopsia sarebbe emerso un piccolo segno sotto la nuca. I medici hanno escluso la rilevanza di questa ipotesi, ma mi sembra di aver capito che ci sia un piccolo trauma cranico alla testa” ha detto l’avvocato Gabriele Giambrone.
“E’ difficile pensare che una ragazza sportiva che sapeva nuotare bene non sia riuscita a salvarsi, e che sia annegata in questo modo in una piscina lunga 10 metri e alta al massimo due metri” dichiara invece Gabriella, una cugina di Simona. Quello che l’autopsia non ha chiarito è l’orario esatto del decesso. Su questo aspetto, i familiari hanno ribadito che la finestra dovrebbe essere “fra le 3.20, quando l’amica ha detto di averla salutata e stava ancora ballando accanto alla consolle del dj, e le 4.10 quando gli altri ragazzi hanno chiamato il 118”. “I familiari – conclude Giambrone – cercano un po’ di pace e vogliono solo organizzare il funerale di Simona. Vogliono un po’ di intimità per elaborare questo grave trauma che hanno subito. Soprattutto adesso che hanno avuto la quasi certezza sulla causa della morte”.
PALERMO - OGGI L’AUTOPSIA, DOMANI I FUNERALI DI SIMONA
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