L’agricoltore vittoriese, di 50 anni, Antonino Pepi, è l’unico dei 4 imputati rimasto imbrigliato nell’indagine giudiziaria aperta dalla procura di Ragusa per l’omicidio del bracciante agricolo vittoriese di 64 anni, Giuseppe Dezio, avvenuto nelle campagne vittoriesi il 2 febbraio 2016. Il legale, Giuseppe Lipera, ha già depositato ricorso in cassazione chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Antonino Pepi è l’unico condannato dalla prima sezione della corte d’assise d’appello di Catania, il 21maggio scorso. Assolto in secondo grado il fratello Alessandro ed in primo grado assolti, perchè il fatto non sussiste, il fratello più piccolo Marco e l’anziano padre Gaetano, il quale si è da subito autoaccusato del delitto per difendere il figlio Alessandro che stava subendo una feroce aggressione proprio da Dezio, armato di coltello. Secondo il penalista catanese, Lipera, la Corte d’assise d’appello ha errato senza motivare e comunque contraddicendosi a condannare Antonino Pepi pur riconoscendo alla Corte d’assise d’appello di avere disposto la rinnovazione del dibattimento e di avere tentato di colmare quelle lacune logiche e fattuali riguardanti la ricostruzione della dinamica dei fatti operata dalla corte di assise di Siracusa. La Corte territoriale ha riconosciuto finanche veritiere e attendibili le dichiarazioni autoaccusatorie di Gaetano Pepi che anzi hanno trovato positivo riscontro nell’ambito della ricostruzione della dinamica, nonostante l’assoluzione in primo grado che è irrevocabile.
VITTORIA - OMICIDIO DEZIO, RICORSO IN CASSAZIONE
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