PALERMO - OMICIDIO GERACI, ARRESTATI I MANDANTI

Hanno un nome i mandanti dell’omicidio del sindacalista siciliani della UIL Mico Geraci ucciso l’8 di ottobre del 1998 a Caccamo nel palermitano con una raffica di colpi sparati da un fucile a pompa. Sono i boss di Trabia, Pietro e Salvatore Rinella raggiunti in carcere da un’ordinanza di custodia cautelare. Geraci fu ucciso davanti al figlio e alla moglie. Dopo 25 anni dunque si chiudono l’inchiesta archiviata e aperta più volte nel corso di tutti questi anni, indagini che non erano riuscite a risalire nè ai mandanti nè agli autori del delitto
La prima archiviazione fu decisa nel 2001, poi, dopo le rivelazioni del pentito Nino Giuffrè, ex capo del mandamento di Caccamo, si ritorna ad indagare. Giuffrè nel corso delle sue rivelazioni aveva dato spunti preziosi, raccontando il contesto in cui era maturato l’assassinio e attribuendo la decisione di eliminare il sindacalista, impegnato in politica e in prima linea nel denunciare gli interessi di Cosa nostra, al boss corleonese Bernardo Provenzano. Negli anni altri ex mafiosi come Emanuele Cecala, Andrea Lombardo e Massimiliano Restivo, hanno deciso di collaborare con la giustizia svelando particolari su una serie di delitti irrisolti, tra i quali quello di Geraci. Da qui la nuova riapertura dell’inchiesta e, oggi, i provvedimenti cautelari per i mandanti Rinella.
Secondo quanto dichiarato dai pentiti Emanuele Cecala e Massimiliano Restivo a eseguire materialmente il delitto sarebbero stati due giovani che facevano parte del gruppo di fuoco dei Rinella Filippo Lo Coco, il killer che ha sparato alla vittima e Antonino Canu, che ha curato le fasi logistiche dell’agguato e ha portato via in auto il sicario dalla scena dell’omicidio.
Entrati in contrasto con i Rinella, Lo Coco e Canu sono stati poi assassinati.