Su disposizione della Procura di Catania, che ha coordinato le indagini, la Polizia ha eseguito un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal GIP del tribunale etneo nei confronti di 36 stranieri di varie nazionalità e nei confronti di altri due indagati è stato disposto il divieto di dimora in città. Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi a loro carico in materia di detenzione e spaccio di stupefacenti, rapina, estorsione e ricettazione. In particolare, nel quartiere “San Berillo Vecchio”, è stata documentata l’attività di una piazza di spaccio gestita da un gruppo di africani che operava secondo un modus operandi oramai consolidato: l’acquirente veniva accompagnato in punti ben precisi della zona, dove avveniva la contrattazione e la cessione dello stupefacente, nascosto in fessure dei muri, bidoni dei rifiuti e tombini. Safe zone il nome dell’operazione, che ha portato anche alla scoperta di un secondo livello, costituito dai fornitori autoctoni, che assicuravano gli approvvigionamenti di droga direttamente nei luoghi di spaccio, per velocizzare il tutto. Nel periodo delle indagini, sono state arrestate altre 16 persone e 12 sono state deferite in stato di libertà. Tra i reati contestati c’è anche quello di rapina ed estorsione perchè un assuntore, ridotto all’incapacità attraverso la droga, sarebbe stato derubato di cellulare e portafoglio, e per poterne tornare in possesso sarebbe stato costretto a pagare 320 euro. Le immagini registrate hanno anche evidenziato che gli indagati, per spostarsi, usavano moto rubate, e per questo è stata loro contestata la ricettazione. Migliaia le cessioni di cocaina, crack, marijuana e hashish accertate. Sequestrati alcuni chilogrammi di stupefacente e recuperate centinaia di dosi.
CATANIA - OPERAZIONE “SAFE ZONE” A SAN BERILLO VECCHIO
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