MESSINA - PECULATO IN SANITA’, VOLO INDAGATA

di Viviana Sammito
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E’ indagata l’assessora regionale alla Sanità, Giovanna Volo, per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio nell’ambito di un’inchiesta della procura di Messina in cui sono indagati altri 8 medici. La rappresentante dell’esecutivo di Schifani ha inviato una nota al presidente, Renato Schifani, riferendo di avere appreso stamattina di essere sottoposta ad indagini. “Nonostante si tratti di fatti relativi a un periodo precedente il mio incarico di assessore- ha dichiarato l’assessora Volo – ho ritenuto opportuno informare subito il presidente della Regione. Sono serena e consapevole di avere sempre agito nel pieno rispetto delle regole. Confermo la piena fiducia nel lavoro della magistratura e resto a disposizione degli inquirenti per chiarire rapidamente la mia posizione». Al centro dell’inchiesta giudiziaria le convenzioni stipulate tra il Policlinico e il centro clinico NemoSud, costituita nel 2O12, per lo svolgimento di attività  di riabilitazione neurologica all’ospedale di Messina. Le misure cautelari personali sono interdittive che impongono, nei confronti di quattro indagati, il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario. E’ stato disposto, nei confronti dei nove indagati, il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l’importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti. A partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico) – sostiene la procura di Messina – attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per la clinica, si è consentito al privato di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell’Erario, in assenza dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Regione Siciliana. L’inchiesta ha preso corpo grazie alla denuncia di un medico all’epoca in servizio nell’azienda universitaria Policlinico di Messina, che aveva segnalato irregolarità nel 2019. E’ emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Siciliana che però non ha mai programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico universitario. “Nel corso dell’indagine – spiega la Procura – sono emerse anche le condotte (qualificate, allo stato, come corruttive) contestate ad un medico del Policlinico, il quale, preposto al controllo e alla verifica delle attività sanitarie dl “NeMo Sud”, ha dapprima, sostenuto la sua costituzione, e poi, avrebbe permesso l’arbitraria erogazione delle prestazioni di neuroriabilitazione, da parte del centro clinico, ricevendo, in cambio l’incarico di direttore clinico del centro privato; l’assunzione di alcuni familiari all’interno della struttura, con contratti di diritto privato, in assenza di concorso pubblico e solo sulla base del gradimento dei responsabili della NeMo Sud”.

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