CATANIA - RAPINE IN VILLA, OPERAZIONE “KHALIPHA”: 7 ARRESTI

di Sarah Donzuso
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Prima di ogni rapina chiedevano protezione a un componente dell’organizzazione, di origini senegalesi, che aveva il compito di garantire una sorta di sostegno spirituale agli assalti e di assicurare, mediante rituali esoterici e propiziatori, il buon esito delle attività criminose. Khalipha è il nome del senegalese. Da qui il nome dell’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa che hanno eseguito questa mattina una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 persone, 6 finite in carcere e 1 ai domiciliari

L’inchiesta della Procura etnea ipotizza a vario titolo reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, alla rapina aggravata, lesioni personali, possesso di segni distintivi contraffatti, detenzione e porto illegale di armi e oggetti atti a offendere. L’attività investigativa è stata condotta tra novembre 2024 e giugno 2025 ed è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania: è emerso che il gruppo criminale fosse specializzato in rapine in villa, alcune delle quali eseguite con ferocia. Tutto nasce da una rapina avvenuta a Lineri, nel territorio di Misterbianco, lo scorso 16 novembre, casa abitata da una coppia con una bambina di 16 mesi. Grazie alle telecamere presenti, si è potuto ricostruire quanto avvenuto.

Il proprietario della casa, 40enne imprenditore catanese, era stato fermato da alcuni individui che si erano spacciati per finanzieri e lo avevano costretto a essere accompagnati a casa per una perquisizione domiciliare relativa a un asserito traffico di armi: i finti finanzieri riuscivano a salire a bordo dell’auto della vittima.

Raggiunta l’abitazione dell’imprenditore, i sei soggetti, una volta entrati all’interno, avevano rivelato di essere rapinatori e non degli appartenenti alle forze dell’ordine e a quel punto, alla presenza della compagna e della figlioletta dell’imprenditore, lo hanno immobilizzato con nastro adesivo e, dando vita a una serie di atti di violenza e di gravi minacce, sono riusciti a ottenere la consegna di una prima somma di denaro pari a circa 16 mila euro, unitamente a gioielli di elevato valore e orologi di lusso acquistati per oltre 60 mila euro. Hanno anche minacciato la coppia di sottrarre la figlia minore per venderla all’estero, nonché a prospettare l’amputazione di un dito della mano sinistra dell’uomo mediante l’utilizzo di una grossa cesoia. Violenza perpetrata a danno dell’imprenditore che in quella occasione riportò la frattura del setto nasale. Di fronte a tanta violenza, l’imprenditore indicò una seconda casa a Misterbianco dove era custodito altro denaro contante e poi, una volta giunti sul posto, li hanno costretto a consegnare la somma, di oltre 100 mila euro, completando così l’azione delittuosa. Dalle indagini è emerso che un amico dell’imprenditore era complice della banda criminale.

7 le rapine commesse in un anno in vari comuni dell’hinterland.

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