MESSINA - SUICIDIO ARGENTINO, SETTE INDAGATI

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Ci sono sette indagati per la morte di Stefano Argentino, il 27enne di Noto reo confesso dell’omicidio della collega di Università Sara Campanella, che si è suicidato in carcere, a Messina, mercoledì mattina, impiccandosi in cella. La procura della città dello stretto ha notificato gli avvisi di garanzia in vista dell’autopsia sul corpo del ragazzo. Il 12 agosto il pm conferirà l’incarico al proprio consulente e gli indagati potranno nominare i propri tecnici che assisteranno agli esami autoptici, atti irripetibili. La procura vuole accertare se ci siano responsabilità nella morte del ragazzo che aveva manifestato più volte la volontà di togliersi la vita e per questo era stato sottoposto ad un regime di sorveglianza particolare. Poi, 15 giorni prima della sua morte, era stato riammesso alla detenzione ordinaria, tanto che condivideva la cella con altri detenuti. Gli indagati sono la direttrice e la vice direttrice del carcere messinese di Gazzi, l’addetto ai servizi trattamentali dell’istituto di pena, l’equipe di psichiatra e psicologi che hanno avuto in cura Argentino per omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro reato. “Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità, probabilmente fra loro correlate” ha commentato l’avvocato del ragazzo, Giuseppe Cultrera. “Al momento si possono fare solo supposizioni, ma auspico che, almeno stavolta, le indagini siano approfondite e possano portare a risultati concreti. Stefano – continua – avrebbe dovuto essere rinchiuso in una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) o in un Istituto a custodia attenuata: il suo stato mentale, venuto a galla anche dalle indagini degli inquirenti, non era compatibile con la custodia in carcere”.

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