Nessuna rissa, dunque, ma solo una finta lite per indurre la vittima ad andare all’esterno del pub.
E’ quanto ipotizzano gli inquirenti che stanno cercando di mettere insieme gli ultimi tasselli dell’omicidio del 21enne assassinato la notte tra l’11 e il 12 ottobre nel cuore della movida palermitana.
Del delitto è accusato Gaetano Maranzano che ha confessato sostenendo di ave agito d’impeto perchè il ragazzo, con cui aveva avuto discussioni mesi prima perchè aveva importunato la sua donna sui social, lo aveva rimproverato davanti a tutti mentre all’esterno del locale c’era una lite.
Ma le immagini delle videocamere della zona racconterebbero una storia diversa perchè i protagonisti della presunta rissa, compreso il giovane che sarebbe stato preso a schiaffi dagli amici dell’omicida, fino a un attino prima dell’intervento di Taormina, ridevano e chiacchieravano. Inoltre non ci sarebbe stata alcuna discussione tra Maranzano e la vittima. Il sospetto è che sia stata inscenata la rissa per fare uscire taormina dal locale di famiglia. Dopo il delitto, emerge, l’assassino si sarebbe allontanato guidando uno scooter di un amico insieme ad altri conoscenti: sette persone in tutto, 4 in moto e tre in macchina. Dopo il delitto la comitiva è andata a bere nel quartiere Borgo Vecchio. Poi Maranzano sarebbe andato a casa della madre, a cui avrebbe confessato l’assassinio, e poi nell’abitazione della compagna dove l’hanno trovato i carabinieri.
Se l’ipotesi fosse confermata – nelle prossime ore verrà convocato uno dei giovani coinvolti nel diverbio – Maranzano rischierebbe anche l’aggravante della premeditazione oltre a quella dei futili motivi che già gli è stata contestata. dEI SETTE INDAGATI a 4 vengono contestate false informazioni a pubblico ministero perchè, identificate e interrogate dai carabinieri, avrebbero mentito ricostruendo la serata dell’omicidio. (ANSA).
PALERMO - TAORMINA, LA RISSA SAREBBE STATA UNA TRAPPOLA
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