74 persone sono indagate dalla Procura di Catania nell’ambito di un’inchiesta su un traffici di beni archeologici che approda anche all’estero. Per 55 di loro è stata avanzata richiesta di emissione di un provvedimento cautelare, nello specifico 12 in carcere, 35 ai domiciliari e otto obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Il gip Simona Ragazzi ha già fissato gli interrogatori preventivi che si terranno dal 25 al 29 novembre. Gli indagati, secondo la Procura, che ad alcuni contesta anche l’associazione a delinquere nella commissione di reati contro il patrimonio e la cultura, farebbero parte, con ruoli diversi, dell’intera filiera del traffico di beni archeologici, scrive l’ANSA. Oltre 20 i siti archeologici che in Sicilia sarebbero stati violati da tombaroli che piazzavano poi i beni archeologici trafugati agli appassionati. Alcuni dei reperti sottratti, come 46 preziose monete risalenti tra la fine del V e del III secolo avanti Cristo, sarebbero state vendute nel 2021 a una casta d’aste tedesca, e sarebbero state ‘battute’ per oltre 42 mila euro. Parte di questi beni trafugati sarebbero stati poi sequestrati dalla magistratura tedesca, in esecuzione di un ordine giudiziario europeo, emesso dalla Procura di Catania. Altri casi simili a Londra. Complessivamente la Procura contesta 292 episodi. L’inchiesta si basa su indagini dei carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio archeologico che hanno raccolto gli esiti dei loro accertamenti in un’informativa di oltre 1.700 pagine.
CATANIA - TRAFFICO DI BENI ARCHEOLOGICI, 74 INDAGATI
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