All’ARS è ricominciato oggi dalla discussione sull’art.2 per l’istituzione del fondo per l’editoria l’esame della manovra ter. L’assemblea, però, a metà pomeriggio, ha bocciato la norma con il voto segreto, su richiesta delle opposizioni: 37 i voti contrari e 30 i favorevoli. Immediato l’intervento del presidente Schifani: “Riproporrò la norma a settembre, ho preso impegni e li mantengo”. Molto critica anche una nota del Consiglio della Stampa parlamentare siciliana. “I soliti giochi di Palazzo hanno affossato col ricorso al voto segreto la norma che istituiva il Fondo per l’editoria, al quale il Sindacato della Stampa parlamentare aveva dato il proprio contributo proponendo un emendamento, approvato all’unanimità in commissione Bilancio dell’Ars, che stabiliva la presenza di almeno due giornalisti contrattualizzati nelle aziende editoriali per poter fare richiesta di contributi pubblici. L’Ars – prosegue il documento – ha perso un’occasione per tutelare il mondo dell’informazione e soprattutto per dare prospettive alla categoria dei giornalisti”. Quella di oggi è stata una giornata caratterizzata da nervi molto tesi, sia prima della seduta d’aula che durante. PD, M5S e Controcorrente hanno alzato la voce contro la cosiddetta “tagliola”, ossia la procedura parlamentare che permette, prima di iniziare l’esame degli articoli di un disegno di legge, di proporre che non si passi a tale esame” e che è stata approvata dai due terzi dei capigruppo. E’ la prima volta che succede e per i capigruppo di PD e M5S Michele Catanzaro e Antonio De Luca “è stata scritta una delle pagine più brutte della storia di questo Parlamento, con il governo che silenzia le opposizioni applicando uno strumento mai visto”. Addirittura, denuncia l’on. Ismaele La Vardera, che per protesta contro la tagliola si è imbavagliato in aula con la propria cravatta, parla di un duro scontro verbale nei corridoi di Palazzo dei Normanni tra il presidente Renato Schifani e il segretario generale dell’ARS Fabrizio Scimè, proprio sull’interpretazione di tale strumento. Scontro verbale al termine del quale Schifani avrebbe aggredito verbalmente Scimè dicendogli “qui io sono il presidente e so come si fa”. Proprio Schifani, intervenendo in aula, ha respinto le accuse di ostruzionismo ricordando: “ieri abbiamo trascorso sette ore per votare un articolo. Mi è stato dato del dittatore e del fascista, ma io mi sento una grande responsabilità. La manovra ter da circa 400 milioni si poggia su tre pilastri: sociale, emergenze e infrastrutture. Per noi è un dovere utilizzare subito per i siciliani le maggiori entrate. Eravamo partito con 38 articoli, e alla fine per senso di responsabilità con gli assessori abbiamo scremato il testo, rendendolo più asciutto”. Quindi l’appello a Pd e M5s: abbandonate l’atteggiamento di ostruzionismo, si lavori questa notte, domani. Facciamo un bagno di umiltà tutti”. Infine, sono state approvate le norme che assegnano fondi per la Protezione civile, per i dissalatori, per l’emergenza idrica e i contributi ai comuni per gli extra costi nel settore dei rifiuti.
ARS - MANOVRA TER, BOCCIATO IL FONDO PER L’EDITORIA
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