Si è riunita questa mattina la giunta convocata dal governatore Renato Schifani con all’ordine del giorno una serie di delibere, tra cui le nomine per la sanità. Il partito della Meloni aveva manifestato la propria contrarietà alla riconferma di Salvatore Iacolino al vertice del dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità, proponendo il nome di Mario La Rocca, attuale direttore del dipartimento ai Beni culturali. Per questo motivo, l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Scarpinato, esponente di FDI, ha partecipato alla riunione solo per consegnare una relazione con i motivi di tale contrarietà per poi non votare il provvedimento e lasciare la riunione. Scarpinato avrebbe consegnato anche una mail con la quale Mario La Rocca avrebbe rassegnato le dimissioni dai Beni culturali in caso di nomina al dipartimento pianificazione della sanità. Alla fine, però, Iacolino è stato riconfermato mentre Alberto Firenze, in quota Forza Italia e vicino al deputato regionale Marco Intravaia e all’assessore Edy Tamajo, è stato nominato direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. La riconferma di Iacolino, dunque, rischia di creare malumori all’interno della maggioranza, e lo sottolinea anche Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars, che dice: “Schifani insiste sul nome di Iacolino e tira dritto anche a costo di creare una profonda spaccatura nella giunta, dove si è notata l’assenza di assessori di Fratelli d’Italia e dell’Mpa. Evidentemente non si preoccupa del diritto alla salute dei siciliani, ha molto a cuore quella poltrona da dirigente che per lui deve essere davvero importante”. Mario La Rocca non sarebbe stato ritenuto idoneo alla carica a causa di un potenziale conflitto di interessi in quanto alcuni suoi congiunti avrebbero attività nel campo sanitario, situazione incompatibile con un dipartimento come quello della pianificazione strategica che per gli accreditamenti ai privati gestisce un budget di oltre 315 milioni di euro. A confermarlo all’Ansa è stato lo stesso dirigente. “Si tratta di una circostanza arcinota da oltre 16 anni che non mi ha impedito di svolgere con onore sia l’incarico di direttore generale del Policlinico di Palermo sia di dirigente generale del Dipartimento di pianificazione strategica. Per questo motivo, sono stato sottoposto ad indagini dell’autorità giudiziaria che ha ritenuto che non sussisteva un conflitto di interessi”. La Rocca fa riferimento alla vicenda giudiziaria che lo coinvolse tre anni fa quando, a capo del dipartimento pianificazione strategica, fu denunciato da alcune associazioni. Nella richiesta di archiviazione del pm di Palermo, poi accolta dal gip, si legge: “Non si configura in capo a La Rocca un conflitto di interessi potenzialmente rilevante”.
PALERMO - POLEMICHE DOPO CONFERMA IACOLINO ALLA SANITA’
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