PONTE SULLO STRETTO - PRESENTATA MEMORIA ALLA CORTE DEI CONTI

di Viviana Sammito
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Le Associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno presentato alla Corte dei Conti una memoria sulla delibera CIPESS relativa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’attenzione degli ambientalisti è puntata sul rapporto costi benefici e a quello della certezza del costo dell’opera, che potrebbe lievitare e di molto incidendo ulteriormente in modo negativo sul bilancio dello Stato. I presunti benefici – dicono le associazioni – legati alla messa in esercizio del Ponte sono stati contestati sia in ragione del calcolo dei flussi di traffico previsto, sia in relazione all’incremento del PIL e del reddito pro-capite presentato in termini miracolistici. La certezza dei costi del progetto è stata invece contestata in relazione a diversi fattori: alle incertezze progettuali ancora in essere; alla verifica di ottemperanza alle prescrizioni richieste nel parere di Via in fase ante opera, dal momento che non si possono oggi conoscere le conclusioni degli studi ed analisi (anche di durata annuale) che sono stati richiesti; alla dilatazione dei tempi di avvio dei cantieri che non è stata contabilizzata; ai costi operativi del Ponte; alla necessità di espletare ulteriori processi autorizzativi come le captazioni idriche. Tra le questioni giuridiche è stata segnalata anche quella dell’assegnazione dell’opera senza bando di gara internazionale grazie un’interpretazione normativa che per altro è stata messa in dubbio anche dall’ANAC. In questa procedura la Corte non tiene in considerazione solo gli aspetti economici e finanziari della delibera sottoposta al controllo preventivo, ma anche i termini del corretto rispetto normativo su cui questa si fonda. Sulla normativa speciale per il Ponte sono state invece sollevate problematiche di costituzionalità, peraltro già inserite nei ricorsi al Tar presentati dalle Associazioni avverso i pareri della Commissione VIA VAS. la delibera del cipess sul ponte sullo stretto è all’attenzione della corte dei conti che ha 60 giorni – ha fatto sapere il Mit – per licenziarla. dopo quest’ultimo passaggio potranno iniziare i lavori

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