Indagini chiuse sulla strage di casteldaccia dove, il 6 maggio 2024, morirono 5 operai: Epifanio Alsazia, Giuseppe La Barbera, Ignazio Giordano, Giuseppe Miraglia e Roberto Ranieri che morirono in pochi istanti all’interno di una vasca di raccolta dei liquami mentre tentavano di sbloccare un’ostruzione. Sei, tra dirigenti AMAP e vertici di Quadrifoglio Group, sono stati coinvolti nell’inchiesta che contesta l’omicidio colposo aggravato e lesioni gravissime per la mancata gestione della sicurezza in ambienti confinati. Per la Quadrifoglio Group Srl, risulta indagato Nicolò Di Salvo, geometra 67enne, legale rappresentante e datore di lavoro dei quattro dipendenti deceduti, oltre che responsabile dei servizi di prevenzione e protezione della sua azienda. Per l’Amap Spa, l’indagine tocca figure di rilievo: Wanda Ilarda (incaricata del procedimento in fase di aggiudicazione). Salvatore Rappa (responsabile del procedimento in fase di esecuzione e dirigente ANP/occ). Gaetano Rotolo (responsabile ANP/ore e direttore dei lavori). Sergio Agati (responsabile dell’unità IESF per gli impianti fognari). Girolamo Costa (responsabile dei servizi prevenzione e protezione – RSPP di Amap). Secondo la Procura, tutti gli indagati hanno omesso o gestito in modo irregolare aspetti cruciali della sicurezza sul lavoro, permettendo ai lavoratori di essere esposti a un rischio letale. Le contestazioni si concentrano su una generale e fatale sottovalutazione dei pericoli presenti nella vasca. le circostanze hanno però purtroppo messo a rischio la vita degli operai che si sono calati nella vasca senza dispositivi adeguati né consapevolezza del pericolo. L’inchiesta ipotizza che il rilascio improvviso di acido solfidrico in concentrazioni letali abbia determinato la perdita di coscienza del primo operaio sceso e, nella tragica dinamica della “catena di solidarietà”, la morte dei colleghi accorsi in aiuto. La Procura ha anche contestato a Quadrifoglio Group Srl e ad Amap Spa la responsabilità amministrativa. Entrambe le società sono accusate di non aver adottato modelli organizzativi idonei per un risparmio di spesa a discapito della formazione, della vigilanza e delle misure di sicurezza obbligatorie. Tra le vittime,
Giuseppe La Barbera, 29 anni, sposato e padre di due bambini piccoli. Unico dei cinque a non essere dipendente della Quadrifoglio, ma in forza ad Amap tramite contratto interinale, non avrebbe dovuto trovarsi in quell’ambiente e si calò nella vasca solo per tentare di salvare i colleghi. I familiari della vittima, tutelati da Studio3A-Valore S.p.A. e dagli avvocati Giuseppe Emanuele Greco e Ornella Maria Cialona, ribadiscono oggi l’attesa di “risposte forti dalla giustizia”, affinché siano accertate tutte le responsabilità per una tragedia che ha spezzato cinque vite in un servizio essenziale.
CASTELDACCIA - STRAGE, SEI INDAGATI. INDAGINI CHIUSE
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