Sono state restituite ai parenti per la celebrazione dei funerali le salme di Lucia Pecoraro di 78 anni e di Giuseppina Milone di 47 anni, madre e figlia trovate morte in casa a Corleone in via Giovan Battista Sgarlata nel centro storico del paese. E’ stata confermata dal medico legale l’ipotesi di omicidio suicidio. La mamma ha ucciso la figlia con disabilità e poi si è tolta la vita . “Un dramma inatteso che toglie il fiato” secondo un vicino di casa della famiglia Milone in una dichiarazione rilasciata all’agenzia ansa. “Conoscevamo la famiglia. I parenti e i vicini di casa sono sempre stati al fianco di Lucia, soprattutto dopo che ha perso il marito Salvatore. Nessuno di noi aveva minimamente pensato a un epilogo così tragico”. Giuseppina Milone oggi avrebbe dovuto eseguire un esame clinico, pare una radiografia e i parenti hanno cercato di contattare le due donne senza ricevere alcuna risposta. Da qui la telefonata al 118 e poi ai vigili del fuoco. Poco dopo il ritrovamento l’arrivo dei carabinieri. Secondo quanto ha raccontato il vicino di casa, alla base del dramma la morte del marito Salvatore, infermiere, conosciuto come una persona disponibile con tutti. Con la sua morte è venuto meno il pilastro della famiglia”. Il sindaco di Corleone Walter Rà commenta con commozione quanto accaduto: “Subito dopo la morte del marito, i servizi sociali del Comune si erano attivati per intraprendere un percorso di assistenza, dice all’Adnkronos. “La signora era inserita bene nel contesto parrocchiale, la situazione sembrava sotto controllo”. Ma fa sapere che “nelle ultime settimane era sorta una novità, la figlia oltre ad avere una disabilità mentale per l’autismo aveva anche difficoltà deambulatorie, un ulteriore dramma”. La tragedia avvenuta riaccende i riflettori sullo stato di solitudine in cui spesso si trovano i caregiver e le persone con disabilità. E’ necessario dichiara all’adnkronos Antonio Costanza, presidente di Anffas Sicilia, dare concreta attuazione in Sicilia alla legge sul ‘Dopo di Noi’, che viene anche chiamata sul ‘Durante e Dopo di Noi’, con la quale, se venisse applicata come si deve, le famiglie avrebbero la possibilità di sperimentare un percorso mentre sono ancora in forze per programmare la vita autonoma, con tutti i sostegni necessari, del figlio o figlia con disabilità. Le famiglie non vanno lasciate sole, non basta la vicinanza istituzionale; non si tratta di un tema di umanità o sensibilità, ma di esigibilità dei diritti”.
CORLEONE - DRAMMA FAMILIARE, SALME RESTITUITE AI PARENTI
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