Esami diagnostici a pagamento con un extra costo rispetto a chi ha un ticket in esenzione totale, giustificato dalle strutture convenzionate come ‘tassa per le nuove tecnologie’. Lo ha scoperto, e lo denuncia, la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’ARS Stefania Campo che, arrivata in una struttura sanitaria privata convenzionata con l’ASP di Ragusa a Comiso, ha esibito la ricetta medica e si è vista chiedere un extra costo per effettuare l’esame con un apparecchio di ultima generazione. Insospettita, ha voluto approfondire la questione, interfacciandosi con altri pazienti e scoprendo – si legge in una nota – “un giro di extra costi che le strutture private del Ragusano, in convenzione con la locale ASP, continuano a richiedere ai pazienti, giustificando l’obolo come tassa per poter utilizzare un macchinario di nuova generazione”. Subito è scattata l’interrogazione al presidente della Regione e all’Assessore Regionale per la Salute per sapere, tra le altre cose, in che modo vengono spesi dall’ASP di Ragusa i circa 3 milioni stanziati per le oltre 7000 convenzioni aggiuntive e se tali convenzioni con le strutture private valgano solo per i macchinari obsoleti o anche per gli apparecchi di ultima generazione. Immediata la replica dell’ASP iblea. In una nota ufficiale si legge che “il Direttore Generale fa sapere che l’Azienda sanitaria è del tutto estranea alla presunta richiesta di extra costi da parte delle strutture convenzionate e ha aperto un’indagine conoscitiva volta a chiarire la dinamica dell’accaduto, al fine di assumere le opportune ed eventuali determinazioni”.
RAGUSA - EXTRA COSTI, LA DENUNCIA DI CAMPO
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