Nella nota inviata al dipartimento nazionale della Protezione civile, in merito ai danni causati dalla cenere dell’Etna, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha richiesto la dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza e, in subordine, quello di mobilitazione, lasciando al governo nazionale la scelta ritenuta più idonea per supportare il sistema regionale. Qualora, infatti, non siano ritenuti presenti i requisiti necessari, in alternativa, il governatore siciliano richiede lo “stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione civile a supporto del sistema regionale, al fine di attivare ogni possibile iniziativa per la rimozione del materiale vulcanico, la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione dei rischi e l’assistenza alla popolazione colpita”. «Occorre un’azione urgente e straordinaria – afferma Schifani – e chiediamo a Roma di intervenire perché con i fondi regionali e i mezzi a disposizione dei Comuni siciliani occorrerebbe oltre un mese di tempo per eliminare il materiale vulcanico”. Nel documento si rammenta anche che la Regione ha già stanziato un milione di euro, ma tale cifra appare insufficiente di fronte a una spesa necessaria stimata in almeno 7,5 milioni, se non di più, visto che i fenomeni parossistici continuano a ripetersi. Altri 30 milioni sarebbero necessari per i danni alle coperture degli edifici pubblici e ai sistemi di smaltimento delle acque. A ciò vanno aggiunti danni diretti e indiretti alle attività economiche, calcolabili in centinaia di milioni di euro.
ETNA - CENERE, SCHIFANI: “SCELGA ROMA”
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