26 FEB – In merito al piano di trasformazione e rilancio di Versalis, “Eni ribadisce che lo sviluppo dei nuovi progetti, per i quali sono previsti investimenti per 2 miliardi di euro, è condizionato alla fermata dei cracking di Brindisi e Priolo. Lo stop è necessario al fine di ridurre le ingenti e costanti perdite causate da una crisi strutturale e irreversibile del settore a livello europeo e consentire lo sviluppo dei nuovi progetti”. Così un portavoce del gruppo energetico.
“L’incontro odierno con i rappresentanti sindacali presenti al tavolo – aggiunge il portavoce – ha prodotto progressi significativi nello sviluppo del piano, tra cui la possibilità di mantenere in conservazione gli impianti di Brindisi dopo la fermata nell’ipotesi di recupero di sostenibilità, e un nuovo sviluppo industriale a Ragusa a supporto delle nuove filiere produttive”.
Il piano “coniugherà le molteplici esigenze di mantenere l’intensità industriale e occupazionale nei territori, di portare ingenti investimenti con importanti ricadute positive anche sull’indotto, sia durante la fase della costruzione che durante l’esercizio e di recuperare la redditività dell’azienda passando da un mercato in crisi cronica a nuovi mercati più sostenibili e in crescita – prosegue il portavoce – Inoltre non vi saranno impatti sulle attività degli stabilimenti Versalis di Ferrara, Ravenna e Mantova, che già oggi vengono riforniti via nave o via tubo da Porto Marghera, e che continueranno a esserlo con prodotti acquisiti a livello globale, a prezzi più vantaggiosi e da diverse aree geografiche del mondo, come di fatto già avviene per buona parte delle forniture di tali prodotti in Italia”.
Cgil lascia tavolo Eni Versalis, pronta allo sciopero
‘Azienda non ha volontà di trattare’
(ANSA) – ROMA, 26 FEB – “Respingiamo fermamente le modalità con la quale Eni sta affrontando la discussione sullo smantellamento della chimica di base in Italia. Non c’è la volontà politica di fare una trattativa, l’azienda ha discusso solamente di ‘tattica’ per gestire la vertenza. A questo ci opponiamo fermamente”.
È quanto dichiara in una nota il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, dopo che la delegazione della Cgil ha lasciato il tavolo con Eni, ancora in corso presso la sede Eni all’Eur. Il dirigente sindacale spiega che “l’azienda ha riconfermato che il piano è quello presentato, e non ha intenzione di tornare indietro anche a dispetto delle opinioni espresse dalle Istituzioni locali che, sempre a detta dell’azienda, o accettano il piano o faranno i conti con le chiusure”. “La decisione di Eni incide sull’intero sistema industriale del Paese, e per tanto il Governo e la politica devono assumersene la totale responsabilità. Per questo – annuncia in conclusione Gesmundo – nei prossimi giorni avvieremo un percorso di mobilitazione e presidi anche sotto il Mimit, non escludendo l’utilizzo dello sciopero di tutte le lavoratrici e tutti lavoratori del settore”. (ANSA).
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