Assoluzione perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” ed estinzione degli altri reati contestati per avvenuta prescrizione. Inizia così la nota di Legmabiente e Wwf che esprimono indignazione e amarezza dopo la sentenza del tribunale di Enna a carico di quattro imputati che nel 2016 erano stati rinviati a giudizio dopo un’indagine della Procura di Enna e dei Carabinieri sull’abbattimento dei ruderi della chiesetta di Kamut, avvenuto durante i lavori di messa in sicurezza della SP2 effettuati dopo la frana nel viale Caterina Savoca del novembre 2015.Le Associazioni ambientaliste Legambiente Enna e WWF Sicilia Centrale si erano immediatamente costituite in giudizio. Nel 2015, riporta la nota, avevano denunciato alle competenti Autorità il grave danneggiamento dei resti dell’antica chiesa Kamut e del pilastro d’accesso all’omonima Torre, beni ricadenti in area sottoposta a vincolo paesaggistico “Vallone Scaldaferro”. Dalle successive indagini dei Carabinieri, fu accertato che il Comune aveva incaricato alcune ditte per eseguire i lavori ma senza la prescritta autorizzazione degli Enti preposti e che durante l’esecuzione delle opere erano stati abbandonati sul suolo dell’antico tracciato cumuli di rifiuti speciali ferrosi. Le parti civili Legambiente e WWF esprimono indignazione e profonda amarezza, dicono per questo vero e proprio colpo di spugna con cui si è concluso il processo. L’impossibilità di pervenire ad una sentenza che potesse stabilire le responsabilità degli imputati ed applicare le conseguenti condanne è una palese e mortificante sconfitta, ribadiscono, per lo Stato e la società civile.
ENNA - CHIESA KAMUT, “REATO IMPUNITO”
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