ENI VERSALIS - CNA FITA,”SERVONO AIUTI CONCRETI PER INDOTTO”

di Viviana Sammito
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La riconversione green dei siti di Eni Versalis preoccupa l’indotto ed in particolar modo gli autotrasportatori: cna fita chiarisce che i 135 soci dei tre consorzi di autotrasportatori (CAAR, CAAS ed EUROCAS) e i loro dipendenti (oltre un centinaio) dal primo di gennaio attendono, non con le mani in mano, il loro destino. Sono trascorsi già tre mesi, le rate dei finanziamenti o dei leasing dei mezzi acquistati per servire al meglio la Versalis vanno comunque onorate, altrimenti si finisce per essere segnali al CRIF come cattivi pagatori. l’ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA propone alla Regione di attivare una misura di sostegno per queste imprese di trasporto che prestavano servizi alla Versalis, sia tramite l’IRFIS e sia tramite la CRIAS (alcune sono imprese industriali altre sono artigianali). la misura, secondo la visione della cna, dovrebbe prevedere un contributo di solidarietàper gli investimenti che queste imprese hanno sostenuto per rinnovare i mezzi (trattori, semirimorchi centinati, silos per trasporto plastica granulare sfusa, e porta container). Il contributo ovviamente verrebbe erogato per far fronte al fermo tecnico causato dalle scelte imprenditoriali dell’Eni. Questa agevolazione dovrebbe essere così suddivisa: 20% per i mezzi acquistati nel 2021, 25% per i mezzi acquistati nel 2022, 30% per i mezzi acquistati nel 2023 e 2024”. Domani al Question Time in Senato, Alleanza Verdi e Sinistra chiederà al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, un piano di rilancio che coniughi sviluppo, sostenibilità e tutela dei lavoratori. Sono necessarie risposte urgenti per contrastare la desertificazione industriale, salvaguardare l’occupazione e costruire un modello economico equo e sostenibile per la Sicilia”. La chiusura degli impianti di Ragusa e quella annunciata di Priolo, in provincia di Siracusa, mette a rischio diretto oltre 540 posti di lavoro. Oltre alla delicata vicenda di Eni Versalis, c’è la crisi di Pfizer e di StMicroelectronics che stanno compromettendo l’attività dell’Etna Valley, oltre che del polo petrolchimico di Priolo mettendo a rischio posti di lavoro e il futuro produttivo dell’isola.

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