Aveva già annunciato battaglia in Cassazione l’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro, del foro di Catania, che assiste alcuni dei migranti interessati dal provvedimento di trattenimento nei cpr, che non è stato convalidato dai giudici delle sezioni civili. I migranti sono tornati in libertà ed il Ministero dell’interno e il questore di ragusa, vincenzo trombadore, avevano presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di Catania di non convalidare i fermi di migranti in applicazione del cosiddetto decreto Cutro. Ora le sezioni unite civili della Cassazione, con due ordinanze, hanno dichiarato “estinto il giudizio”, consideratala rinuncia al ricorso ritenendo che sia “venuto meno il loro interesse all’impugnazione in ragione della irreperibilità” dei migranti destinatari del provvedimento e dal “sopravvenuto nuovo decreto interministeriale che ha introdotto una nuova disciplina integrativa”. la circotanza secondo cui gli immigrati interessati dal provvedimenti non sono reperibili era già stata smentita dall’avvocata lo faro che, preso atto della decisione dell’estinzione del giudizio, ritiene aperta e quindi irrisolta la questione. Anche se l’Esecutivo ha modificato quello precedente, il decreto presenta aspetti di non conformità alla Costituzione e alle leggi internazionali- secondo l’avvocata- Non ci sono misure alternative diverse dalla esibizione del passaporto o altro documento equipollente e dalla garanzia economica e ciò costituisce un ‘vulnus’ per i richiedenti asilo. La professionista ha già presentato ricorso contro le convalide avvenute a Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e la Cassazione – ha lanciato il monito – dovrà ancora una volta chiarire la questione”. Erano stati chiamati in causa anche i giudici di Strasburgo a pronunciarsi in via d’urgenza sulla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione. La Corte di giustizia europea, su parere dell’avvocato generale, lo scorso 26 febbraio non ha accolto la domanda pregiudiziale avanzata dalla Corte di Cassazione sull’applicazione del decreto Cutro decidendone la trattazione con la procedura ordinaria, non iniziata. “Il ritiro della domanda di pronuncia pregiudiziale – affermano le sezioni unite civili della Cassazione nelle due ordinanze – non ingenera dubbi neppure riguardo all’estensione delle competenze della Corte di giustizia, visto che, a fronte del ritiro, resta sempre affidata alla valutazione della Corte la decisione sul se pronunciarsi o meno”.
DECRETO CUTRO - ESTINTO GIUDIZIO MA “CASO E’ APERTO”
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