CONTRIBUTI REGIONALI - “FIGLI E FIGLIASTRI, PALESE INIQUITA'”

di Viviana Sammito
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Dalla Regione 37 milioni per sostenere i Comuni in difficoltà finanziaria. La regione siciliana decanta la misura che dà attuazione alla legge regionale 25 del 2024 ma la ripartizione delle somme appare iniqua dividendo la Sicilia tra figli e figliastri”. il sindacodi caltagirone, Fabio Roccuzzo, ha puntato il dito contro la legge regionale che prevede contributi solo ai Comuni in difficoltà finanziaria con meno di 25mila abitanti: “Il presidente Schifani si faccia garante di tutti i cittadini siciliani e la Regione rimedi subito a questa palese iniquità”, ha dichiarato. Caltagirone, la cui amministrazione ha ereditto un dissesto finanziario con un disavanzo di 63 milioni di euro e una massa passiva non ancora chiusa di 35 milioni di euro, al pari di altre città siciliane, rimane – ha denunciato il primo cittadino – ingiustamente e immotivatamente fuori da ogni aiuto della Regione “Quanto accade in Sicilia ha dell’incredibile. In una terra dove i sindaci sono costretti a ogni gesto impopolare per risanare i bilanci dei propri Comuni e per fare fronte all’erogazione dei servizi ai cittadini, in una regione in cui si registrano 73 Comuni in dissesto finanziario su 391 e 40 Comuni in piano di riequilibrio, in cui dunque un Comune su tre è strutturalmente deficitario, la Regione siciliana, in modo tardivo e senza una norma strutturale, a differenza della Regione Sardegna, decide di destinare 37 milioni di euro per sostenere i Comuni in difficoltà finanziaria, individuando, quali Comuni in dissesto beneficiari del contributo, esclusivamente quelli con una popolazione inferiore a 25mila”. Secondo il sindaco calatino “c’è un tema drammatico, che Anci Sicilia ha posto al Governo regionale, ovvero il collasso finanziario di un terzo dei Comuni siciliani, che non può essere affrontato con iniquità e improvvisazione. Fabio Roccuzzo rivendica attenzione verso Caltagirone e tutti i Comuni in dissesto che hanno una popolazione superiore a 25.000 abitanti, rivendica il diritto della mia comunità, che vive drammaticamente il secondo dissesto in poco più di dieci anni, di disporre di strumenti utili ad attenuare gli effetti del dissesto, che contemplano aumenti al massimo dei tributi e forte contrazione della spesa”.

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