Dopo la sentenza della corte costituzionale sulle concessioni balneari in sicilia, a intervenire è anche l’associazione turistica balneare siciliana che – attraverso il suo presidente Antonio Firullo – ci tiene a precisare che tale sentenza è da considerarsi un falso allarme mediatico poiché la maggior parte dei concessionari in Sicilia è in regola. Il riferimento della sentenza è all’articolo 36 della legge regionale n.32 del febbraio 2023 che, di fatto, non è altro che la riapertura dei termini per presentare la richiesta di estensione delle concessioni fino al 2033, richiesta che si poteva fare dal portale della regione. È proprio il presidente Firullo a ricordare che la maggior parte dei concessionari presentò la domanda di estensione entro il 28 febbraio 2021, prima che venisse emanata questa legge.
Legge la 32 che è stata fatta per dare una ulteriore possibilità a quei concessionari
che, qualora avessero dimenticato di presentare l’istanza nei precedenti termini per chiedere e ottenere l’estensione della concessione al 2033, potevano avanzare la richiesta dal portale.
Dunque la parte verso cui punta il dito la corte costituzionale è solo questa:
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Tanto rumore per nulla, precisa Firullo ricordando un’altra cosa, ossia che ogni anno vengono pagati i canoni alla regione siciliana per 11 milioni di euro. Sicilia che comunque – nota Firullo – ha una situazione migliore rispetto al resto d’Italia poiché da noi è stato fatto un decreto che non ha permesso il tacito rinnovo delle concessioni e questo ha tutelato i concessionari
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