La strada per l’approvazione del disegno di legge voluto da tutti i capigruppo della maggioranza per ripristinare le province sarebbe in salita per via del fattore tempo. Il presidente della Regione Renato Schifani è stato chiaro. La priorità è la manovra e gli strumenti finanziari hanno priorità per evitare l’esercizio provvisorio. Schifani sul tema la scorsa settimana era stato chiaro. L’attuale sistema con cui si andrebbe al voto in Sicilia il 15 dicembre vedrebbe i sindaci e i consiglieri comunali eletti dal popolo votare i rappresentanti che si insedieranno nelle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina (dove però si voterebbero solo i consiglieri provinciali), e i Liberi Consorzi di Enna, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Trapani ed Agrigento. Un voto che la riforma delrio vede con peso diverso in base al numero di abitanti di questo o quel comune. Un sistema che al centrodestra non piace e pigia sull’acceleratore per riportare il voto diretto. a mettere i bastoni tra le ruote sul fattore tempo sono i 606 emendamenti in I commissione. Di questi, oltre 550 sono del M5S. e se la data del 5 novembre è imprescindibile per l’approvazione della amnovrina e il tempo dunque stringe si stima la possibilità di un piano b. Oggi intatnto la commissione Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abbate avrà la responsabilità di esitare il testo in tempi strettissimi per l’incombenza della sessione di bilancio. Dopo in commissione Bilancio. Solo dopo si potrà stimare davvero la fattibilità dell’approvazione che ripristinerebbe il voto diretto..
EX PROVINCE - “IL VOTO DEL DDL E’ IN SALITA”
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