SANITA' - IN ITALIA MANCANO ALMENO 65MILA INFERMIERI

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L’Italia è “in coda alla classifica dei 38 paesi membri dell’Ocse” sulla media degli infermieri rispetto agli abitanti, e le regioni messe peggio sono la Sicilia e la Lombardia, in grande affanno e agli ultimi posti. Sono i dati contenuti nel primo Rapporto sulle Professioni Infermieristiche, realizzato dalla Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche e presentato oggi a Roma in occasione della giornata internazionale dedicata alla professione. Tra le cause della carenza anche gli stipendi, che vedono l’Italia molto indietro rispetto a Stati come Paesi Bassi e Regno Unito e con una netta differenza tra Nord e Sud. Gli infermieri più soddisfatti sono tra coloro che lavorano nell’assistenza domiciliare e sul territorio, rispetto a quanti operano in ospedale. Ma tanti, anche se in calo, continuano a scegliere il settore pubblico, scelto, nel 2023, dal 78,9% dei laureati. “Gli infermieri attualmente attivi in Italia – emerge ancora dal report – sono circa 400.000, su 460.000 iscritti all’Ordine. Secondo la Ragioneria dello Stato, si stima una carenza di 65.000 unità in tutta Italia, di cui circa 30.000 previste dal PNRR per l’assistenza territoriale”. A questo si aggiunge che, entro il 2033, in 110.000 andranno in pensione. Per questo, la categoria chiede una cabina di regia interministeriale, al fine di vincere le sfide di una fase segnata da un cambiamento epocale. “Serve rendere attrattiva la professione, offrendo reali possibilità di carriera, percorsi di crescita e riconoscimento” afferma la presidente della federazione Barbara Mangiacavalli.

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