Il documento è firmato dalle forze sindacali e politiche locali di Ragusa ma ad inviarlo è la CGIL iblea. Viene definito “Documento Politico a difesa del Sito Versalis Ragusa e della sua continuità industriale” e si rivolge ai vertici di Eni, al governo regionale e a quello nazionale, con l’obiettivo di sollecitare un intervento concreto per garantire la continuità di uno stabilimento con una storia che abbraccia oltre 70 anni di attività industriale. “La recente decisione di Eni di fermare la produzione di polietilene e di dismettere il sito di Ragusa solleva gravi preoccupazioni per il futuro del territorio e della sua comunità, che rischiano di subire un impatto devastante se non si interviene tempestivamente. Lo stabilimento di Ragusa – si legge – impiega attualmente 121 dipendenti diretti di Versalis e supporta 135 imprese individuali nella logistica del trasporto polietilene, altrettanti sono i lavoratori nell’indotto. La presenza di questo polo industriale ha contribuito significativamente alla crescita della economia cittadina e un numero significativo di imprese locali, tra cui quelle impegnate nella trasformazione del polietilene per uso agricolo, ha potuto beneficiare della disponibilità di materia prima fornita direttamente dal sito di Ragusa. La chiusura avrà inevitabilmente conseguenze negative su queste. Attualmente – denunciano sindacati e istituzioni iblee – Ragusa è l’unico sito in dismissione in Italia senza un programma di investimento. Gli altri stabilimenti sono stati inclusi in un piano di riconversione che prevede investimenti pari a circa 2 miliardi di euro, ma Ragusa non ha ricevuto alcuna garanzia occupazionale o investimento simile”. Quello che si chiede, quindi, è che Eni e le autorità competenti lavorino insieme per trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e occupazionale di Ragusa, come chiesto a gran voce anche dal Vescovo, mons. Giuseppe La Placa.
ENI VERSALIS - “INCLUDERE RAGUSA NEL PIANO DI RICONVERSIONE”
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