“Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita”. Così in un post il presidente della regione siciliana Renato Schifani commenta in un post su facebook l’arrivo all’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo della piccola Ayeda e della sua famiglia, provenienti dall’Afghanistan. La bambina di due anni, affetta da una grave malattia genetica potenzialmente letale che richiede un urgente trapianto di fegato, è stata condotta all’Ismett di Palermo. Di fronte al grido di aiuto della piccola Ayeda e della sua famiglia la #Sicilia non si è voltata dall’altra parte. Si è messa in moto una straordinaria mobilitazione umanitaria, scrive Schifani, che ha visto istituzioni, associazioni e cittadini uniti da un solo obiettivo: salvare una vita. Parole cariche di emozione quelle della madre della piccola e riportate dall’ansa: “Le nostre vite stavano andando a rotoli, tornare in Afghanistan avrebbe significato la morte certa per mia figlia. Sapere che saremmo arrivati in Italia è stata la notizia più bella della nostra vita”. La piccola, insieme ai genitori era in Iran, Paese che da marzo aveva vietato il rinnovo dei permessi di soggiorno per i profughi dall’Afghanistan. Le condizioni della bambina peggioravano rapidamente. In Iran, riporta l’agenzia ansa, non erano disponibili le cure necessarie e il visto della famiglia stava per scadere. Il rischio era il rimpatrio forzato in Afghanistan, dove per Ayeda non sarebbero state disponibili neppure le cure di base. Doveva necessariamente essere portata in un paese sicuro. Per lei era stata lanciata una richiesta di aiuto su Change.org. Fondamentale la catena di solidarietà e il supporto delle associazioni. “Come associazione di pazienti – sottolinea Francesca Lombardozzi, presidente di Pfic Italia network odv – è stato emozionante assistere con i miei occhi a ciò che può accadere quando veniamo ascoltati da istituzioni, associazioni e media. Questa esperienza ha rafforzato una consapevolezza che già avevo: collaborare significa garantire il diritto alle cure anche per quei bambini nati dalla parte sbagliata del mondo. “Ci sono giornate come quella di stamattina, in cui la vita ti sorprende con la forza della gioia – dice Arianna Briganti vicepresidente di Nove Caring Humans – oggi abbiamo assistito a qualcosa di semplice e grandissimo allo stesso tempo: la possibilità, per una bambina di due anni, di cominciare a vivere la vita che ogni bambino dovrebbe avere. Perché non si tratta di un privilegio, ma di un diritto assoluto, irrinunciabile”.
PALERMO - LA PICCOLA AYEDA DALL’AFGHANISTAN ALL’ISMETT
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