ENI VERSALIS - LA REGIONE C’E’ MA “IL PIANO E’ DELUDENTE”

di Viviana Sammito
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La regione Siciliana non ha partecipato al vertice al Mimit, al ministero alle imprese ed al made in Italy per un guasto tecnico. Lo ha precisato l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo ribandendo la piena disponibilità a favorire ulteriori confronti per monitorare l’implementazione del piano industriale. E così, ancora una volta la Regione Siciliana, ha perso una grande occasione: quella di imporre la linea della difesa del settore industriale a Priolo Gargallo e Ragusa, della tutela dell’occupazione diretta e dell’indotto. Senza questi stabilimenti, compresi quello di Brindisi in Puglia spariranno i prodotti della chimica di base in Italia. Il governo Schifani – si legge nella nota – è impegnato, in sinergia con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, a garantire la continuità occupazionale e a supportare il piano di riconversione e trasformazione industriale presentato dai vertici aziendali». E’ il momento, da parte di tutti- sostengono i senatori di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese e Salvo Sallemi – della responsabilità evitando strumentalizzazioni di sorta, registrando invece positivamente l’apertura di un confronto e di un percorso di riconversione. Le produzioni chimiche nel nostro Paese – continua a denunciare la Filctem Cgil – hanno la necessità di mantenere una loro forte integrazione, e questo piano rischia di mettere in discussione tutti gli altri stabilimenti come Ferrara, Mantova, Ravenna, causando un effetto domino di portata devastante dal punto di vista industriale e sociale, che riguarderebbe, tra occupati diretti e indotto, oltre 20.000 persone”. Per Cgil e Filctem “in questo modo si guarda all’interesse degli azionisti, che lamentano le perdite derivanti da una crisi congiunturale legata alla sovraproduzione cinese e al rallentamento della produzione industriale mondiale. Ma ciò che si determinerà – ribadiscono – avrà impatti gravissimi e ci condannerà, anche in questo settore, alla subalternità delle importazioni estere. Vanno introdotte – secondo la Cgil – azioni e strategie concrete per garantire la competitività delle imprese italiane, evitando di esporle a rischi di mercato legate a dinamiche internazionali.

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