RIBERA - NIENTE ACQUA, IL SINDACO TEME DISORDINI

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“Non piove da aprile, le due irrigazioni di soccorso che la Regione ha garantito durante l’estate, con temperature oltre i 40 gradi, hanno fatto fin qui sopravvivere a stento gli agrumeti. In mancanza di altra acqua, un’intera economia rischia di andare in malora, con tutti i rischi che questo può comportare anche per la stessa tenuta dell’ordine pubblico”. Lo dice il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo dopo che la cabina di regia per l’emergenza idrica ha negato il via libera alla fornitura di ulteriori volumi di acqua dalla diga Castello in favore delle coltivazioni che ricadono nei comuni del comprensorio irriguo riberese, poichè è stato necessario dare la precedenza agli usi civici dell’acqua. “Siamo in grandissima emergenza, ma noi riteniamo che i margini per intervenire ci siano – aggiunge – Se non una terza irrigazione, la cabina di regia può autorizzare una fornitura idrica ridimensionata per le nostre campagne, anche di 200 metri cubi per singolo ettaro, ossia la metà dei 400 metri cubi erogati nelle precedenti irrigazioni”. Domani si riunirà la cabina di regia alla presenza di Siciliacque ed Assemblea territoriale idrica, che raggruppa i sindaci della provincia di Agrigento, mentre Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, pubblica sui social una foto e denuncia che “Il 50% della produzione di arance di Ribera andrà perduta quest’anno, segno chiaro della crisi idrica che sta devastando l’agricoltura siciliana. Eppure, mentre i campi si seccano, – dice – Renato Schifani trova il tempo di farsi immortalare mentre apre il rubinetto di un dissalatore-giocattolo da 40 litri al secondo, spacciandolo come la soluzione definitiva alla siccità – aggiunge – ma la realtà è ben diversa. Basta chiedere agli agricoltori di Paceco, costretti a buttare via tutte le angurie e gli ortaggi coltivati con cura”.

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