La Cgil non ci sta: continua il braccio di ferro con Eni che, a detta del sindacato, che presenta solo idee in ordine sparso, senza alcuno studio di fattibilità” in merito al piano di riconversione dei siti di Ragusa, Priolo Gargallo e Brindisi. L’11 marzo la Cgil ha organizzato un presidio davanti alla sede della Regione Siciliana, Palazzo d’Orleans, contro un piano – che secondo Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, prospetta un piano industriale tutto a uso e consumo dei suoi azionisti, generico per quanto riguarda eventuali trasformazioni, senza garanzie di fatto per i lavoratori diretti, né tantomeno dell’indotto. Nella migliore delle ipotesi si determineranno isole, scollegate dal resto dell’industria che non saranno in grado di marciare autonomamente né tantomeno di contribuire alla transizione energetica e industriale”. Il sindacato continua a rivendicare una netta e chiara posizione da parte del governo regionale su un piano che cancella la chimica di base, chiede al presidente della regione siciliana, renato schifani, di non condannare la Sicilia a non avere uno sviluppo industriale e una transizione energetica che determini nuovi modelli produttivi. “questa- ha detto Mannino – è una dismissione da parte di un’azienda partecipata dallo Stato che ha deciso di abbandonare la Sicilia. La Cgil rileva che “per Priolo si parla di una bioraffineria, sarebbe la seconda in Sicilia, senza alcuna idea di piano integrato con le aziende dell’area. Per Ragusa, “solo idee in ordine sparso”. “servirebbero piani integrati- secono la Cgil- nel cui ambito la politica eserciti un ruolo di indirizzo e programmazione. Eni Versalis, tramite l’ufficio stampa, chiarisce che il piano è sotto esame del mimit da quale scaturità poi l’accordo con la firma del protocollo d’intesa, facendo intendere che i tavoli sono aperti al confronto. lo stesso tavolo abbandonato dalla cgil mercoledì sera.
ENI VERSALIS - PRESIDIO DEI SINDACATI ALLA REGIONE
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