MESSINA - RICHIESTA PIZZO A COSEDIL, MONITO DEL SINDACO

di Viviana Sammito
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Una richiesta di pizzo da 250 mila euro con un metodo inquietante e spregiudicato: una minaccia lanciata in videochiamata, con uno smartphone recapitato in scooter da un minorenne, mentre due degli estorsori erano collegati direttamente dal carcere di Palermo e dal penitenziario di Agrigento. È l’incredibile episodio di estorsione subito dalla Cosedil, l’impresa edile che fa capo a Gaetano Vecchio, attuale Presidente di Confindustria Sicilia. Il teatro del tentativo criminale è stato il cantiere per il risanamento di Fondo Fucile, a Messina, un’area strategica per la riqualificazione urbana finanziata con risorse del Pnrr. Come ricostruito, l’azione del racket è stata rapida ma intercettata grazie all’immediata reazione dell’imprenditore. Dopo che il capo cantiere aveva ricevuto l’avvertimento da un emissario sul posto, Vecchio ha allertato subito i Carabinieri. I militari hanno potuto così sventare il tentativo di estorsione e l’indagine, coordinata dalla Procura di Messina, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone, tra cui i due detenuti e un individuo ai domiciliari, tutti identificati grazie all’uso spregiudicato dei cellulari in videochiamata per avanzare la pretesa di “una messa a posto”. L’episodio, che dimostra come la criminalità tenti di assoggettare anche le grandi opere pubbliche, ha provocato un’ondata di reazioni. Il sindaco di Messina, Federico Basile, ha ricevuto in Municipio Gaetano Vecchio per esprimere solidarietà.

Lo stesso Vecchio ha lodato l’efficacia delle misure di prevenzione: «I protocolli di legalità messi in campo hanno dimostrato di funzionare, che lo Stato è più forte. Questa risposta rapida e concreta è il segnale più forte che si potesse dare». Il tentativo di estorsione ha suscitato forte indignazione anche nel mondo sindacale e politico. Giovanni Pistorio e Mario Mancini (segretari generali di Fillea Cgil Sicilia e Messina) hanno definito l’episodio una «sporca e gravissima storia» e un «ennesimo, inaccettabile tentativo di esercitare, attraverso l’intimidazione e la violenza, il controllo assoluto del territorio». Hanno concluso con un appello: «Saremo concretamente e senza esitazioni al fianco di chi vorrà reagire con altrettanto coraggio e determinazione per liberare definitivamente il territorio dal cancro criminale che lo soffoca». Solidarietà è stata espressa anche dal senatore e segretario della Lega in Sicilia, Nino Germanà, che ha elogiato la «schiena dritta» di Vecchio, sottolineando come «la denuncia serve a garantire economia sana e sviluppo in Sicilia, senza cedere mai al malaffare».

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