PALERMO - APPALTI TRUCCATI, INTERESSI OLTRE LA SANITA’

di Veronica Puglisi
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“Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”. Così, non sapendo di essere intercettato, l’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro parlava dei posti di vertice della sanità dei tre capoluoghi. E’ quanto emerge nell’ambito dell’inchiesta della procura palermitana sui presunti appalti truccati. Il progetto dell’ex governatore era, secondo le indagini, riporta l’agenzia Ansa, di accaparrarsi un terzo delle posizioni di vertice delle Asp siciliane. Nel mese di agosto 2023, era stata pubblicata la graduatoria dei quarantanove professionisti idonei all’incarico di direttori generali nella sanità pubblica della Regione Sicilia. Il governo regionale, per garantire la continuità gestionale e funzionale degli enti, con due decreti aveva prorogato gli incarichi in fino a gennaio 2024. “Io lavoro per te…a parte il sorteggio. non ti preoccupare…sto lavorando io! “. Così Totò Cuffaro, non sapendo di essere intercettato, rassicurava Roberto Colletti manager della sanità, sul suo appoggio per la conferma al vertice dell’azienda sanitaria Civico di Palermo di cui era già commissario straordinario, riporta l’agenzia ansa. “L’impegno profuso da Cuffaro nella nomina – scrivono i pm – era finalizzato all’ottenimento di un controllo sull’azienda ospedaliera, che gli consentisse di agire, all’interno di essa, per raggiungere interessi privati, funzionali ad alimentare il partito politico di cui è segretario. Nell’imminenza delle nomine le conversazioni tra i due erano serrate. Colletti viene nominato manager, ma non del Civico bensì dell’azienda sanitaria Villa Sofia. Secondo i pm di Palermo gli interessi di Totò Cuffaro e dei suoi non riguardavano solo la sanità ma anche il settore della Protezione civile. I pm parlano di “opaco intreccio di interessi” tra Cuffaro e l’imprenditore edile Giuseppe Capizzi che avrebbe chiesto la sua intermediazione per ‘avvicinare’ il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina e “verosimilmente – dicono i pm – versargli somme di denaro in vista delle lucrose gare pubbliche indette dall’ente pubblico da lui gestite”. Intanto c’è anche un tenente colonnello dei carabinieri, Stefano Palminteri, nell’inchiesta. Il militare è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Avrebbe rivelato notizie che dovevano rimanere segrete e avrebbe allertato Cuffaro e Carmelo Pace, capogruppo Dc all’Ars, dell’esistenza di indagini che avrebbero potuto riguardarli. Intanto i 18 indagati nell’inchiesta saranno sentiti la prossima settimana dal gip che dovrà decidere sui domiciliari richiesti dai pm. “Questa vicenda, ha lamentato Saverio Romano in una conferenza stampa “mi ha provocato un danno mediatico irrisarcibile, che non si potrà mai recuperare. È una cosa abnorme, ma io non arretrerò di un centimetro, continuerò a fare il mio lavoro con serenità perché ho la coscienza a posto”.

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