E’ indagato per omessa dichiarazione e autoriciclaggio il titolare di una ditta individuale attiva nel settore della vendita di contratti energetici e telefonici a Paternò. L’indagine, condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza, trae origine da una verifica fiscale, eseguita nei confronti della ditta, che ha consentito di ricostruire ricavi non dichiarati per oltre 12 milioni di euro e una conseguente evasione d’imposta per oltre 5, milioni e mezzo di euro. La ricostruzione del reddito dell’indagato è stata attuata anche attraverso la richiesta di documenti da parte delle amministrazioni finanziarie lituane e tedesche. Dall’esame dei riscontri effettuati è emerso come l’indagato avesse predisposto un sistema di autoriciclaggio anche attraverso piattaforme di cambio valuta virtuale con una banca con sede in Lituania, per un controvalore di circa un milione di euro, banca peraltro successivamente chiusa per gravi violazioni dei requisiti antiriciclaggio e di contrasto del finanziamento al terrorismo. La frode messa in atto dal titolare della ditta si è realizzata attraverso il reimpiego delle somme derivanti dall’evasione per l’acquisto di criptovalute. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo di somme e beni per oltre due milioni di euro. Sottoposti a sequestro penale denaro contante, somme giacenti sui conti correnti bancari, quote societarie, un autoveicolo, un motociclo, due
ciclomotori e criptovalute giacenti in un portafoglio virtuale.
CATANIA - EVASIONE FISCALE, SEQUESTRATI 2,3MLN DI EURO
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