La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca patrimoniale di I° grado, emesso dal Tribunale di Caltanissetta, nei confronti di un imprenditore ritenuto vicino a “Cosa Nostra’ di Gela. Dagli atti del procedimento penale e dalle dichiarazioni rilasciate da diversi collaboratori di giustizia era emerso che aveva messo a disposizione dell’associazione mafiosa gelese telefoni cellulari e schede telefoniche intestate a soggetti incensurati totalmente estranei a contesti criminali, al fine di consentire ai membri dell’associazione di eludere le indagini delle forze di polizia e aiutare l’organizzazione. L’uomo pare avesse numerose frequentazioni con esponenti di spicco della criminalità organizzata gelese, per questo sarebbe risultato non solo connivente ma anche a disposizione di cosa nostra gelese. Gli accertamenti condotti dalla DIA hanno messo in evidenza anche “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni. La confisca, per un valore stimato pari a circa 500.000 di euro, ha interessato 5 immobili, tutti a Gela. Sempre a proposito dei rapporti tra mafia e imprenditoria, solo ieri il tribunale di Gela aveva assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa gli imprenditori del settore auto Salvatore, Rocco e Francesco Luca nel processo scaturito dall’operazione Camaleonte del 2019 in cui si ipotizzavano rapporti tra gli imprenditori e il clan mafioso Rinzivillo.
maggiore auriemma
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misure cautelari personali