PALERMO - MORTO PER MESOTELIOMA, MINISTERO CONDANNATO

di Veronica Puglisi
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Un’esposizione continua, intensa e silenziosa, che gli è costata la vita. La diagnosi è arrivata nel 2019. La morte, appena due mesi dopo. E’ la vicenda descritta dall’osservatorio Amianto e che riguarda Michele Cannavò, motorista navale della Marina Militare, deceduto a causa di un mesotelioma pleurico provocato dall’esposizione prolungata all’amianto. Il Tribunale civile di Roma ha condannato il ministero della Difesa stabilendo un risarcimento di circa 400mila euro in favore dei suoi familiari. Cannavò, originario della provincia di Catania, e residente a Siracusa, riporta l’agenzia Ansa, ha servito per 34 anni lo Stato tra il servizio militare e civile, operando in ambienti contaminati e privi di adeguate protezioni. Imbarcato su diverse unità navali e impiegato nell’Arsenale Militare di Augusta, è stato quotidianamente a contatto con fibre di amianto: nei motori, nei corridoi, nei rivestimenti delle condotte, fino agli stessi ambienti di vita delle navi, dice l’osservatorio. L’Inail ha riconosciuto il nesso causale tra l’infermità e le mansioni svolte in Marina, nel periodo del servizio civile. Una conferma ulteriore della gravità della negligenza istituzionale. Questo risarcimento, commenta Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio nazionale amianto e legale dei familiari, non potrà restituire Michele ai suoi cari, ma rappresenta un passo in avanti verso la tutela delle vittime e la bonifica definitiva dell’amianto da navi e arsenali militari.”

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