Esasperato dall’assenza di acqua e cibo lo scafista del gommone, con 63 migranti e tre vittime, compresi due bambini di due anni, si è gettato in mare in zona sar Maltese, sabato scorso, prima del soccorso effettuato dal veliero Nadir. L’uomo, un nigeriano, ufficialmente risulta disperso, perché il corpo non è stato trovato. E’ quanto emerge, a 48 ore dallo sbarco a Lampedusa, dai racconti dei sopravvissuti che sono stati sentiti dalla polizia e dal team di psicologi della Croce Rossa italiana. I due bambini di due anni, un maschietto e una femminuccia, entrambi ghanesi, hanno perso la vita, oltre che per la mancanza di cibo e acqua, anche per le ustioni riportate. L’altra vittima, giunta a Lampedusa, è un nigeriano di 35 anni che è stato colto durante la ‘traversata’ da un improvviso malore. A identificarlo è stato il fratello che viaggiava con lui. Confermato che il gruppo, composto da 66 persone, era partito mercoledì da Zawia, in Libia, e che le scorte di carburante sono finite dopo circa un giorno e mezzo di navigazione. In balia del mare, il gommone è stato per quasi 30 ore. (
Intanto un gommone, con a bordo 70 migranti, è stato soccorso dalla nave ong Nadir che ha poi trasbordato il gruppo, composto anche da 12 donne e 4 minori, sulla motovedetta della guardia costiera. I migranti sono giunti durante la notte al molo Favarolo di Lampedusa e hanno riferito d’essere partiti, pagando 8.500 euro a testa, sabato scorso da Garabulli, in Libia. Tutti sono stati portati all’hotspot dove, al momento, dopo la raffica di trasferimenti dei giorni scorsi, ci sono 252 ospiti, fra cui 26 minori non accompagnati. In mattinata sono stati trasferiti 180 migranti
LAMPEDUSA - ODISSEA IN MARE, IL RACCONTO DEI TESTIMONI
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