associazione mafiosa, narcotraffico, spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, e trasferimento fraudolento di valori sono i reati di cui devono rispondere 39 persone arrestate nell’operazione antimafia contro il clan Cappello-Cintorino nelle province di Catania e Messina, arresti eseguiti dai Carabinieri del comando provinciale di Messina e dai finanzieri dei comandi provinciali di Catania e di Messina coordinati dalle procure di Catania e Messina e la supervisione della direziona nazionale antimafia e antiterrorismo per “monitorare più efficacemente le persistenti attività, anche di sfruttamento economico del territorio, dei due clan per effetto delle cointeressenze nei territori di confine delle due province”.
Dall’inchiesta è emerso “come il gruppo Cintorino avrebbe attuato un ramificato controllo del territorio, anche attraverso estorsioni nel comprensorio di Calatabiano e nei comuni limitrofi della fascia ionica etnea e messinese a danno di operatori economici dell’edilizia, dei trasporti e di attività turistico-ricettive”. ”
Nel settore degli stupefacenti, l’affiliato Christopher Cintorino imparentato con il capo storico del sodalizio Antonino Cintorino avrebbe rivestito un ruolo di primo piano, dirigendo e gestendo un gruppo capace di assicurare in maniera stabile un mercato operativo a “ciclo continuo”, di cocaina, hashish e marijuana, e da altri tre partecipi Alessandro Galasso, Carmelo Mobilia e Cinzia Muratore, che avrebbero – sulla base degli indizi raccolti – il ruolo di organizzatori dediti alla contrattazione, al trasporto, al confezionamento e all’occultamento della sostanza stupefacente, affiancato da una rete di spacciatori,