Si ritorna nell’aula bunker del carcere Pagliarelli per una nuova udienza del processo Open Arms che vede imputato il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini all’epoca dei fatti ministro dell’interno. Oggi tocca alle parti civili esporre le loro posizioni. Come parte civile Open Arms sosteniamo le richieste e le argomentazioni già ampiamente articolate e formulate dalla Procura” ha detto Luigi Salerni avvocato di Open Arms. La Open Arms nel 2019 rimase per 19 giorni in mare e poi davanti alle coste di Lampedusa, senza ottenere il permesso per lo sbarco dei 147 naufraghi a bordo, poi scesi su ordine della Procura di Agrigento. Il pm ha chiesto sei anni di carcere Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Per la prima volta dall’inizio del processo Open Arms, cominciato circa tre anni fa, nell’aula bunker è presente in aula Musa, uno dei 147 migranti che erano a bordo dell’imbarcazione Il ragazzo è arrivato assieme al suo avvocato, Serena Romano. “Preferisce non dire nulla” dice il legale Musa ha ribadito che adesso sta bene, ha un lavoro, una casa e vive in Sicilia.
“Sulla Open Arms c’era un carico di umanità dolente, la nave si trovava in condizioni meteorologiche difficile, come ci ha spiegato la guardia costiera che spinse l’equipaggio ad addossare la nave a ridosso di Lampedusa per proteggersi. Di fronte a queste persone sguarnite di ogni difesa e ammassate nel caldo agostano, la pubblica autorità con il suo vertice, al di fuori di ogni previsione normativa, decise di privare della libertà le persone che si trovavano in quella condizione. Siamo di fronte all’esercizio di un potere che contrasta con i principi fondamentali del nostro ordinamento, oltre che in contrapposizione col diritto umanitario internazionale”. HA DETTO in udienza l’avvocato Arturo Salerni.
“C’è stato un blocco consapevole e volontario della nave senza alcuna formalità prevista dalla normativa. Anzi, non si è ottemperato al provvedimento del Tar. Parliamo di fatti non di atti. Fatti che, nella specie, si sono rivelati illeciti. La politica qui non c’entra nulla”. Così Giorgio Bisagna, avvocato della Ong Ciss, parlando con i giornalisti
“Bisogna condannare con fermezza qualsiasi tipo di invettiva, minaccia e aggressione. E’ ovvio che da parte mia c’è la solidarietà nei confronti dei magistrati che ricevono minacce”. Così l’avvocato Giulia Bongiorno, legale dell’imputato Matteo Salvini al processo Open Arms, rispondendo ai giornalisti fuori dall’aula bunker del carcere Pagliarelli.