AGRIGENTO - TENTATA CONCUSSIONE, INDAGATO DG ENAC

di Veronica Puglisi
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Tentata concussione, è il reato ipotizzato per il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta che ha ricevuto un avviso di conclusioni indagini emesso dalla procura di Agrigento nell’ambito di un’inchiesta sull’aeroporto di Lampedusa con 12 indagati. L’avviso di garanzia è stato firmato dal procuratore di Agrigento, Giovani Di Leo, e dal sostituto Rita Barbieri e ipotizza il reato di tentata concussione, oltre che per Quaranta, per altri sette indagati tra dirigenti nazionali e locali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile. Nel procedimento, riporta l’agenzia Ansa, si parla di presunte pressioni nei confronti di Gaetano Tafuri e Giovanni Amico, allora, rispettivamente, presidente e direttore dello scalo, per “dare indebitamente in sub concessione a Giacomo Cusumano la gestione del deposito di carburante sito all’interno dell’aeroporto di Lampedusa” sull’aera demaniale già  arbitrariamente occupata da società  tutte riconducibili a Cusumano”, che è tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagini. Il deposito nel tempo avrebbe “raggiunto l’estensione di circa 2.010 metri quadrati, ma – contesta la Procura di Agrigento – sulla base di provvedimenti di concessione e proroga illegittimi rilasciati dall’Enac dal 6 febbraio 2004 al 14 febbraio 2019”. Gli indagati, contesta ancora la Procura di Agrigento, si sarebbero avvalsi del “contributo morale e materiale di tre consulenti legali di Cusumano. “Non gioisco delle disgrazie altrui, ma come pubblico amministratore avevo il dovere di rivolgermi alla Autorità  giudiziaria a fronte di quanto subito” e “mi dispiace soltanto di non essere stato ascoltato, e probabilmente creduto, dal Governo del tempo”. Lo afferma l’ex presidente dell’aeroporto di Lampedusa Gaetano Tafuri, parte offesa con Giovanni Amico, direttore generale dello scalo, l’Ast aeroservizi, la Regione Siciliana e il ministero per le Infrastrutture e i trasporti.

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