Non patteggio perché ritengo di aver difeso la sicurezza del mio paese e di aver mantenuto una promessa. E’ quanto ribadisce il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, ospite di ‘Quarta Repubblica’ su Rete 4 intervenendo sul processo Open Arms a suo carico e per il quale i pm hanno chiesto la condanna a 6 anni per avere impedito cinque anni fa, quando era ministro degli Interni nel governo Conte, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti, con l’accusa di averli sequestrati a bordo della nave spagnola. “Io non patteggio, sono convinto di aver ragione e vado avanti fino in Cassazione”, chiarisce il vicepremier. “Non ho mai pensato di sentirmi imputato rischiando il carcere, io non ho paura per me no, rifarei tutto quello che ho fatto”. “Quello che mi è pesato in queste 48 ore è stato spiegare ai miei figli cosa stava succedendo”. “Non ho paura ma ritengo assurdo questo processo”. Io conto di essere assolto perché se il giudice legge gli atti e li confronta con quanto fatto da altri ministri e con il diritto nazionale e internazionale..allora cambi ..Noi stavamo aspettando che altri Paesi intervenissero per la redistribuzione.” Intanto la Lega si prepara alla manifestazione in calendario il 6 ottobre a Pontida. “Una grande mobilitazione per il diritto alla sicurezza dei cittadini italiani, ha aggiunto Salvini. E poi l’annuncio dei gazebo che compariranno in molte città italiane. “Come Lega, nelle prossime due settimane saremo in tante piazze italiane perché se venite a metterci una firma ai gazebo della Lega, magari a Palermo finisce come mi auguro che finisca”. E sul processo interviene il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia durante la trasmissione ‘Agorà’ . “È una vicenda complessa, non mi sento di azzardare nessuna conclusione, rispetto i tempi del tribunale. Creare questa grande discussione confusa e a tratti molto aggressiva credo che non renda un buon servizio all’amministrazione della giustizia e attraverso questa amministrazione alla democrazia del Paese”.
"OPEN ARMS" - SALVINI: “NON PATTEGGIO, VADO AVANTI”
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