DECRETO CUTRO - NO AI RICORSI, AVV: “CORTE SI PRONUNCI”

di Viviana Sammito
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Il ministero dell’Interno ha rinunciato ai ricorsi in Cassazione e dinnanzi la Corte di Giustizia contro iprovevdimenti del tribunale di catania che ha negato il trattenimento, come prevede il decreto cutro e come disposto dal questore di ragusa vincenzo trombadore, dei migranti all’interno dei centri per i rimpatri veloci a pozzallo. Le Sezioni Unite civili della Suprema Corte avevano sospeso ogni decisione in attesa di una pronuncia della Corte di giustizia Ue sui dieci ricorsi presentati dall’Avvocatura dello Stato per conto del Viminale. La decisione del ministero dell’Interno è resa nota dall’avvocata Rosa Emanuele Lo Faro, che assiste alcuni dei migranti destinatari del provvedimento, annunciando che andrà avanti chiedendo la pronuncia della corte di cassazione edella corte di giustizia europea.
I magistrati della sezione immigrazione del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico e Rosario Cupri, non convalidarono i trattenimenti perché, a loro dire, violano la direttiva europea numero 33 del 2013. Secondo i giudici del tribunale di Catania il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda; la procedura di frontiera avrebbe dovuto inoltre essere svolta a Lampedusa, luogo di sbarco, dove il migrante ha manifestato la volontà di chiedere protezione e, infine, il pagamento di una somma a garanzia, di 5mila euro, come mezzo per evitare il trattenimento è incompatibile con le norme Ue secondo cui il trattenimento può esser disposto solo sulla base di una valutazione caso per caso, quando “non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive”. un decreto che fa acque da tutte le parti

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