IMMIGRAZIONE - SBARCO A TRAPANI, MORTE TRE SORELLE

di Katjuscia Carpentieri
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Si è concluso nella tarda serata di sabato lo sbarco dei 10 migranti salvati dalla nave della Mediterranea Saving Humans che ha deciso autonomamente di approdare a Trapani, contravvenendo alle indicazioni ricevuti dalle autorità italiane che avevano indicato il porto di sbarco a Genova. “Eravamo consapevoli che stavamo compiendo un’azione non consentita” spiega il capo missione Beppe Caccia. Non invertendo la rotta gli attivisti hanno disobbedito al Viminale, in nome della dignità e della vita umana, come afferma la presidente Laura Marmorale. “Inaccettabile” per gli attivisti sottoporre “naufraghi traumatizzati” ad altri tre giorni e mille chilometri di traversata fino alla Liguria, con onde alte tre metri. A sostegno di Mediterranea si sono schierati i Radicali Italiani, pronti a mettere a disposizione i loro legali. “Hanno rispettato il diritto del mare e la Costituzione, non la crudeltà burocratica del governo” commenta il segretario Filippo Blengino. “Disobbedire a norme ottuse e inutilmente crudeli – aggiunge Alleanza Verdi e Sinistra – è una virtù”. Plauso per la scelta della Mediterranea anche dalle assessore della Regione Toscana Monia Monni e Serena Spinelli, che in questi anni hanno gestito parecchi sbarchi. Sempre sabato sera 60 migranti sudanesi e nigeriani sono stati salvati nei pressi delle coste libiche dalla nave ong Nadir, tra di loro una donna incinta e un minore con ustioni gravi. Recuperati anche i cadaveri di 3 minorenni, tre sorelle sudanesi di 17, 12 e 9 anni. I superstiti sono poi approdati a Lampedusa. Oggi, intanto, le autorità hanno assegnato un nuovo porto sicuro alla Ocean Viking, la nave che ieri ha tratto in salvo 87 persone nelle acque internazionali davanti alla Libia. L’imbarcazione di Sos Mediterranee, che inizialmente sarebbe dovuta sbarcare a Marina di Carrara, a 1.300 km di distanza dall’area di salvataggio, sta facendo ora rotta verso Siracusa. L’ong ha denunciato di essere stata presa di mira dalla Guardia Costiera libica che avrebbe sparato “centinaia di colpi” contro la nave. In un post su X l’organizzazione ha anche pubblicato le foto dei bossoli e degli oblò in frantumi.

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