ENI VERSALIS - CGIL CHIEDE NUOVO TAVOLO, IERI QUESTION TIME

di Viviana Sammito
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Rimane sospesa la questione della riconversione green dei siti di Eni Versalis a Ragusa, Priolo gargallo e Brindisi. Hanno firmato il piano la lombardua, cisl e uil. Non hanno ancora sottoscritto il protocollo d’intesa la Cgil, le Regioni emilia romagna, puglia e sicilia. In quest’ultimo caso a Roma a palazzo piacentini, sede del ministero delle imprese e del made in italy, era presente l’assessore regionale all’economia, alessandro dagnino il quale ha chiesto ad Eni garanzie occupazionali soprattutto per l’indotto. la cgil fa resistenza fino a quando non si trova un accordo condiviso ed ha chiesto la convocazione di un nuovo tavolo al Mimit al ministro adolfo urso. Al question time alla camera ha risposto sul futuro degli stabilimenti

il Segretario Confederale Giuseppe Gesmundo ha inviato la missiva al ministro e quello generale in sicilia, alfio amnnino, al presidente schifani. la cgil ribadisce che le posizioni contenute nel “libro verde” sulle politiche industriali e i contenuti del “non paper” sottoscritto dal m inistro Urso con altri Paesi Europei, rappresentano, per la Cgil, il corretto posizionamento che il Paese deve assumere. È evidente che non sono compatibili, però, con le premesse del protocollo di trasformazione dell’Eni che dichiara cose esattamente opposte. il sindaato chiede che il cracking di Brindisi rimanga in produzione, evitando conseguenze negative su tutta la filiera industriale anche valutando la ricerca di operatori del settore interessati a ampliare la loro produzione di etilene in Italia. Per garantire la continuità e il rilancio della chimica di base, è necessario procedere con gli investimenti, annunciati in diversi piani industriali e mai realizzati, per le aree strategiche del cosiddetto “quadrilatero padano” (Ravenna, Ferrara, Mantova e Porto Marghera). A questi interventi deve aggiungersi il completamento degli investimenti su Porto Torres. si chiede l’adozione di misure concrete per garantire continuità occupazionale, partendo dalla definizione di elenchi dettagliati delle imprese e dei lavoratori coinvolti da allegare al protocollo e attivando tavoli permanenti di monitoraggio.

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