Le rose rosse in mano, la tristezza nei volti per l’ennesima tragedia che coinvolge tutti. Ieri sera la cerimonia religiosa al porto di Porto Empedocle per le sette salme giunte da Lampedusa e recuperate dopo il naufragio avvenuto lo scorso 18 marzo avvenuto nei pressi dell’isolotto di Lampione. Sulla banchina del porto le autorità civili e militari, i sopravvissuti. 10 i superstiti 6 uomini e 4 donne, ritrovati attaccati ad un gommone sgonfio e quasi affondato. Le salme saranno trasferite nei cimiteri di Palma di Montechiaro, Canicattì, San Biagio Platani, Ribera e Santa Elisabetta. Non si rimane insensibili, ha sottolineato il prefetto di Agrigento Salvatore Caccamo, a queste tragedie
SALVATORE CACCAMO PREFETTO DI AGRIGENTO
Intanto è stato recuperato dai militari della guardia costiera, a 12 miglia da Porto Empedocle, il cadavere di un migrante di circa 30 anni, robusto e verosimilmente di origine subsahariana. È morto per annegamento o ipotermia e dalle condizioni del corpo, privo di arti, il cadavere era in mare da almeno 15 giorni. La salma è stata sottoposta ad ispezione cadaverica. Accreditata l’ipotesi che il cadavere possa essere riconducibile al naufragio dello scorso 18 marzo. Intanto Sono 79 i migranti arrivati durante la notte, dopo il soccorso di due barchini effettuato dalle motovedette della guardia costiera, a Lampedusa. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola
MIGRANTI - CERIMONIA RELIGIOSA PER SETTE SALME
85