VITORIA - AGGUATO, “ANTICORPI CONTRO MAFIA”

Chi e perchè? Questi i due quesiti su cui stanno indagando i poliziotti della squadra Mobile e del Commissariato di Vittoria per chiudere il cerchio sull’agguato contro il collaboratore di giustizia che si è consumato ieri a Vittoria, nella zona del cimitero. Raggiunto da colpi di arma da fuoco al volto ed al collo, Roberto Di Martino, 62 anni, è stato esponente del clan Dominante – Carbonaro, arrestato nell’operazione Squalo 30 anni fa. Era stato poi collaboratore di giustizia ed era uscito dal programma di protezione nel 2021. L’uomo era appena uscito di casa, nella zona vicina al cimitero di Vittoria, quando un uomo si è avvicinato alla sua auto e lo ha ferito con due colpi di arma da fuoco. Di Martino è riuscito a raggiungere la casa del cognato, poco distante, e ha telefonato alla Polizia. Subito soccorso, è stato trasportato in ospedale, dov’è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. E’ stato tuttavia in grado di rilasciare dichiarazioni agli inquirenti. Il 62enne non è in pericolo di vita. L’operazione “Squalo” del 1994, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catania, ha inferto un duro colpo nei confronti di soggetti ritenuti affiliati al clan “Dominante – Carbonaro”, attivo nel vittoriese, per traffico di sostanze stupefacenti e per una serie consistente di omicidi consumati tra il 1993 e il 1994. “E’Una inquietante striscia di sangue in città. ha commentato il senatore di vittoria, salvo sallemi, componente della commissione antimafia il quale ha annuncia che portera all’attenzione della Commissione quanto sta accadendo e ha già chiesto alla Presidente Chiara Colosimo una visita a Vittoria per fare il punto su un quadro complesso. Vittoria – ha poi dichiarato – ha gli anticorpi per respingere la recrudescenza mafiosa e in questo percorso occorre la vicinanza e l’impegno di tutti gli attori istituzionali”. “occorre- secondo peppe scifo- segretario provinciale della cgil – che nell’apparato economico e imprenditoriale si innalzi al massimo la guardia, elevando argini affinché le parti sane non si mischino con le imprese mafiose anche se ” pulite” all’apparenza”.