Primo sbarco del 2025 ieri alle 19.00 circa a Pozzallo dove sono arrivati 17 migranti di cui due donne, arrivano dalla Siria, dalla Palestina, dal Camerun dall’egitto e dal sudan, e si trovano all’hotspot. Intanto sette dei migranti che sono riusciti ad arrivare, martedì pomeriggio, a Lampedusa dopo che il barchino sul quale viaggiavano si è inclinato a circa 20 miglia dalle coste libiche ed ha fatto finire in mare 20 compagni di viaggio, sono stati alloggiati in un Cas di Agrigento.
Dopo il trasferimento dall’hotspot della maggiore delle isole Pelagie, dove hanno trascorso soltanto una notte, e l’arrivo con il traghetto di linea a Porto Empedocle, sono stati condotti in un centro d’accoglienza straordinaria della città dei Templi. Fra loro anche il bimbo di 8 anni, che ha perso la mamma con la quale voleva andare in Germania dove vive e lavora il papà. Per il piccolo si sta cercando di accelerare le procedure di ricongiungimento con il genitore. I sei adulti – due uomini della Siria, due sudanesi e due egiziani – stanno bene, così come il bambino.
“Il naufragio di Capodanno rende tragicamente attuale la pratica dei corridoi umanitari, una delle proposte che Caritas Italiana rivolge alle comunità che vogliano vivere il Giubileo della speranza come un tempo generativo e umanizzante”. Lo sottolinea Caritas italiana. “Un drammatico passaggio dal vecchio al nuovo anno, quello delle persone imbarcatesi la sera del 31 dicembre in Libia con il sogno di raggiungere le coste europee. Venti di loro, fra cui cinque donne e tre minori, sono cadute in mare e si sono disperse con il loro sogno.
“Da diversi anni, – evidenzia la Caritas – la Chiesa italiana attua, attraverso le comunità diocesane coinvolte nell’accoglienza, accompagnate da Caritas Italiana, il progetto dei “Corridoi umanitari”, che consentono l’arrivo legale e sicuro in Italia a profughi in condizioni di particolare disagio, a causa di malattie, guerre o persecuzioni nei loro Paesi. A questo si aggiunge l’impegno per i “Corridoi universitari”, un percorso di ingresso regolare e sicuro per rifugiati che permette loro di proseguire gli studi universitari in Italia e di inserirsi nella vita accademica e nel tessuto sociale locale. Si sono concretizzati anche i primi “Corridoi lavorativi” che mirano a creare progetti comuni con le aziende e all’inserimento nel mondo del lavoro, valorizzando e sviluppando le competenze delle persone. Eliminare le cause delle migrazioni forzate, aprire vie sicure per le persone che hanno bisogno di protezione, ecco una reazione credibile – oltre a recuperare l’esperienza del piangere – alle morti in mare.”.
IMMIGRAZIONE - PRIMO SBARCO DELL’ANNO A POZZALLO
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