14 Ottobre 2024

IMMIGRAZIONE - “HO VISTO MORIRE I MIEI COMPAGNI”

di Veronica Puglisi
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Sono drammatiche le parole di un migrante di uno dei superstiti dell’ultimo naufragio avvenuto la settimana scorsa nel mediterraneo. E’ il racconto di un giovane siriano che, insieme ad altri sei connazionali, è stato salvato al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia Costiera. “Sono rimasto aggrappato tre giorni a quella barca, in mezzo al mare con le onde che, a mano a mano, si portavano via i miei compagni di viaggio, ho tentato di riprenderne alcuni ma non ci sono riuscito. Li ho visti affogare, uno dopo l’altro, davanti ai miei occhi”. 21 i profughi, dispersi, tra cui tre bambini. Agli operatori della Croce Rossa che gestiscono l’hotspot di Lampedusa ha detto di essere grato a chi lo ha soccorso, la speranza per il futuro non si è mai fermata. Ma l’immagine dei miei compagni scomparsi in mare continua a perseguitarmi”. Quando nel centro sono arrivati i superstiti del naufragio della settimana scorsa, operatori e volontari si sono subito trovati di fronte a persone molto sofferenti, ha detto il presidente della Croce rossa italiana Rosario Valastro. Nelle ore successive all’arrivo all’hotspot, il giovane siriano è stato quello che più si è prodigato per i suoi compagni di viaggio, quello che li aiutava a tornare nella stanza, quello che, in brevissimi momenti e sorridendo, ci ha più volte ringraziati per quello che stavamo facendo. I nostri operatori hanno notato che in alcuni momenti tendeva ad isolarsi e il suo sguardo non era più vivo ma quasi fisso nel vuoto. Questi attimi di abbattimento non hanno mai fermato la sua grande speranza per il futuro, la voglia di fare progetti per il suo avvenire. Forse – conclude Valastro – , è stato proprio quel guardare sempre avanti che gli ha consentito di sopravvivere”.

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